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Vittoria per i nerazzurri

L’Inter vittoriosa per 1-0 nel match contro il Genoa grazie alla rete di capitan Lautaro Martinez. I tre punti permettono ai nerazzurri di superare momentaneamente il Napoli e portarsi dunque in testa alla classifica, a +1 dalla squadra allenata da Conte. Nel prossimo turno ci sara’ lo scontro diretto, il Genoa accogliera’ l’Empoli.

Dodicesimo posto per i genoani, a +9 sulla zona retrocessione. Simone Inzaghi, senza Marcus Thuram, ha mandato in campo la coppia Lautaro-Correa. In porta spazio a Martinez, Yann Sommer molto probabilmente restera’ fermo un mese a causa della frattura del pollice della mano destra. Vieira ha schierato il solito 4-2-3-1 con Miretti sulla trequarti e Pinamonti unica punta: nel primo tempo i liguri hanno gestito la gara senza troppi patemi, l’Inter non è riuscita a trovare spazi in fase offensiva. Nella ripresa i nerazzurri hanno alzato i ritmi, la prima occasione è capitata a Dumfries, ma il tiro è terminato alto sopra la traversa rossoblu’.

La squadra di Inzaghi ha preso maggior fiducia col passare dei minuti, in mischia Pavard ha cercato la rovesciata, ma Leali ha intercettato la conclusione. Al 25′ Barella ci ha provato con tiro violento dal limite terminato sull’incrocio dei pali, sei minuti più tardi Ekuban ha sprecato un’occasione colossale, dopo un rimpallo il classe ’94 ha tentato il colpo di testa in area piccola, ma Josep Martinez si è opposto coprendo tutto lo specchio della porta. Due minuti più tardi, al 33′, l’Inter ha sbloccato il match da calcio d’angolo: cross millimetrico di Calhanoglu, Lautaro di testa ha anticipato Bani segnando di testa l’1-0. Nel recupero l’argentino ha avuto due occasioni per poter chiudere definitivamente il match: prima il tiro e’ stato rimpallato dalla difesa ligure, poi Leali ha intercettato la conclusione ravvicinata.

Tripletta per i friulani

Niente da fare per i toscani al Bluenergy Stadium. L’Udinese di Runjaic continua spedita la sua corsa a metà della classifica della Serie A, battendo per 3-0 l’Empoli. A fare le fortune dei bianconeri è ancora una volta Ekkelenkamp, autore di una doppietta; nel finale segna anche Thauvin. I padroni di casa creano un’elevata quantità di palle gol.

l’Empoli, ancora decimata dagli infortuni, tiene botta solo a tratti, uscendo dalla trasferta di Udine con le ossa rotte. Nel primo tempo entrambe le squadre giocano a viso aperto e ad alto ritmo. Il risultato all’intervallo premia i friulani in vantaggio al 19′ su sviluppo di corner, grazie ad Ekkelenkamp, alla seconda marcatura consecutiva dopo quella contro il Napoli: l’olandese, con la punta del piede, è lesto a deviare sottoporta il tiro di Atta. Nulla da fare, dunque, per Silvestri, comunque provvidenziale un minuto prima sulla violenta conclusione di Lovric. Al 37′ Bijol non capitalizza la palla del possibile raddoppio per l’Udinese. In zona offensiva produce molto pure l’Empoli, ma i toscani peccano di concretezza.

A inizio ripresa la difesa empolese rischia di sbandare a più riprese, mentre l’Udinese carica a testa bassa nel tentativo di chiudere definitivamente la pratica. Al 48′ Thauvin, lanciato a rete, non riesce a tener botta nel duello fisico con Cacace e perde il possesso di palla; poco dopo sempre il francese calcia trovando l’opposizione di De Sciglio. Al 59′, invece, Lucca colpisce il palo esterno.

Le giocate offensive dell’Empoli sono decisamente minori rispetto alla prima frazione. Non va, però, dimenticato l’apporto decisivo di Sava per la vittoria friulana: il portiere romeno, infatti, sul punteggio ancora di 1-0, è decisivo sui tentativi di Colombo e Gyasi, arrivati a meta’ secondo tempo. Infine, il pomeriggio trionfale per i ragazzi di Runjaic viene coronato dalla rete di Thauvin di testa al novantesimo minuto.

La Magica vince a Parma

Ranieri non poteva chiedere di più a Parma-Roma: terza vittoria di fila in trasferta dopo Udine e Venezia. Umore opposto in casa del Parma, alla quarta sconfitta consecutiva e con una vittoria nelle ultime 11 gare.

La partita si è decisa al 31’ del primo tempo. Il primo episodio è un fallo di mano di Salah-Eddine che Chiffi giustamente non fischia per la dinamica dell’azione. Il secondo è un passaggio filtrante di Shomurodov per Soulé che è tenuto in gioco da Valeri che non sale. Il terzo è il fallo del legnoso Leoni, che Chiffi valuta come rigore e ammonizione. Interviene la Var e rettifica: punizione dal limite ma espulsione per chiara occasione da gol.

Quello che sembrava un buon affare per il Parma si trasforma nella peggiore delle sciagure. Nella ripresa la Roma ha il torto di non chiudere la gara, ma Svilar non rischia mai. Soulé pennella con il mancino e segna sul medesimo calcio di punizione sfogando tutta la frustrazione per una stagione sin qui fallimentare: sarà questo l’episodio che sblocca l’ex Juventus. Solamente il campo ce lo dirà. La Roma, pur con un massiccio turnover, vince la terza trasferta consecutiva in Serie A e prova a rincorrere la zona che vale l’Europa. La ripresa dei capitolini però, fatta eccezione per una doppia parata monumentale da parte di Zion Suzuki prima su Soulé e poi su Salah-Eddine, è povera di spunti e il Parma gioca con il cuore.

Il Parma è nei guai e risulta difficile capire come uscirne con un morale così a terra. Gli ospiti abbassano il ritmo e non affondano il colpo, Ranieri prova a scuoterli con gli ingressi di Baldanzi e Angelino, ma la gara resta aperta anche se il Parma, in dieci per quasi un’ora, nel finale è stremato. “C’è una Roma con Dybala e una senza di lui” aveva detto Claudio Ranieri alcune settimane fa. A quanto pare i giallorossi sono cresciuti anche sotto questo punto di vista e possono guardare con fiducia alla sfida di ritorno del playoff di Europa League.

I Bianconeri vincono il derby d’Italia

La Juventus si aggiudica il derby d’Italia contro l’Inter per 1-0. Vittoria di misura firmata Francisco Conceicao che sblocca il match nella ripresa dopo una grande giocata di Kolo Muani. Lautaro si divora un gol, Dumfries colpisce due pali. I nerazzurri crollano ancora in trasferta e non riescono a concretizzare il sorpasso sul Napoli che resta a +2. Di seguito le pagelle del match dell’Allianz Stadium.

Per la sfida dello Stadium Thiago Motta sceglie Di Gregorio in porta, Weah e Savona esterni, con Veiga al centro della difesa insieme a Gatti. A centrocampo dal 1′ Thuram con Koopmeiners e McKennie, e in avanti Kolo Muani con Conceicao e Nico Gonzalez sulle fasce. Inzaghi risponde con Taremi in coppia con Lautaro, viste le condizioni precarie di Thuram, Dumfries e Dimarco come quinti di centrocampo, Acerbi al centro della difesa a tre con Pavard e Bastoni.

Gara aperta tra le due squadre che vogliono vincere. Al 3′ palla persa di Acerbi, con McKennie che serve Nico Gonzalez che calcia alto da buona posizione. Al 12′ risponde l’Inter con un lancio di Bastoni per Barella che stoppa e calcia ma manda alto, anche se l’azione è fermata per fuorigioco. Al 19′ ancora nerazzurri pericolosi. Ancora protagonista Barella che arriva dal limite ma scivola e ne esce una conclusione sporca che si trasforma in assist per Taremi che prova una rovesciata sulla quale è reattivo Di Gregorio. Sul proseguo dell’azione, cross di Lautaro per Dumfries che di testa spreca una grande occasione mandando alto.

La Juve si riaffaccia in avanti al 22′ con un diagonale velenoso di Nico Gonzalez che Sommer respinge, poi sul recupero di Barella la palla arriva a Conceicao che cerca il primo palo, ma è ancora pronto il portiere svizzero che manda in angolo. La squadra di Thiago Motta continua a spingere e al 33′ arriva la conclusione di prima intenzione di Kolo Muani da buona posizione, ma una leggera deviazione salva Sommer. Nel finale di tempo la squadra di Inzaghi si rende di nuovo pericolosa, al 35′ con Lautaro che non sfrutta il cross basso di Dumfires mentre al 44′ è lo stesso difensore esterno ad involarsi in area e calciare di potenza, trovando però solo il palo.

Ad inizio ripresa Juve più intraprendente e al 49′ ci prova Veiga sugli sviluppi di un corner ma la conclusione è troppo centrale. Al 50′ ancora pericoloso Conceicao, ma il tiro del portoghese è debole sul primo palo con Kolo Muani che chiedeva la sfera sul secondo. Grande determinazione sulle seconde palle per la Juventus con un un intenso pressing alto, mentre l’Inter fatica ad uscire. Al 74′ la Juve passa in vantaggio: numero di Kolo Muani in area che cerca di liberarsi prima con una veronica poi con un tocco di fino e palla che arriva a Conceicao che in diagonale batte Sommer per l’1-0. L’Inter sbanda e rischia di subire il raddoppio al 76′ ma Dumfries è bravo a salvare sulla linea il destro di Koopmeiners, a Sommer battuto. L’Inter perde un’occasione importante per il sorpasso in vetta. Una vittoria di misura per il club bianconero.

Gli Azzurri fermati dal Diavolo

Il Milan risponde immediatamente alla Juventus e si impone 2-0 sull’Empoli al termine di un match che ha trovato i suoi punti di svolta nella ripresa. È servito infatti un tempo agli uomini di Conceiçao per prendere le misure ad un Empoli che nei primi 45’ ha giocato senza alcun timore reverenziale creando l’occasione più ghiotta del primo tempo con l’ex Colombo che al 33’ ha scheggiato il palo interno della porta di Maignan. Gli ingressi dopo l’intervallo di Leao, Pulisic e Gimenez hanno però fatto cambiare passo al Milan che, pur essendo rimasto per qualche minuto in inferiorità numerica per l’espulsione di Tomori, ha saputo sbloccare la situazione al 68’ con il colpo di testa vincente di Leao su assist di Pulisic.

L’americano si è poi ripetuto 8’ più tardi quando ha garantito un’assistenza vincente per il primo gol italiano di Gimenez, al 76’, che con un sinistro perfetto ha chiuso anzitempo i giochi nonostante un Empoli che anche nel finale non ha minimamente accennato ad alzare bandiera bianca.

D’Aversa non rinuncia alla difesa a tre e si affida ancora una volta al 3-5-2: con Ismajli out per infortunio, il tecnico dei toscani punta sul rientrante Viti, Marianucci e sull’ex rossonero De Sciglio per formare il trio di centrali a copertura di Vasquez. Pesanti assenze, però, anche a centrocampo dove mancano Fazzini e Anjorin oltre allo squalificato Maleh: sugli esterni ci sono quindi Gyasi e Pezzella, mentre Henderson e Grassi presidiano la mediana. Esposito e Cacace agiscono invece sulla trequarti a supporto dell’altro ex rossonero Colombo. Con gli impegni di Champions League sullo sfondo, invece, Conceiçao opta un mini-turnover e schiera il suo Milan con il 4-3-3. Turnover che non riguarda però la difesa, al cui centro ci sono ancora Pavlovic e Tomori, con Walker e Theo Hernandez a presidiare le corsie laterali. A centrocampo nessun riposo per Reijnders che assieme a Musah agisce ai lati di Fofana. Le novità principali sono in attacco dove partono dalla panchina Pulisic, Leao e il neoarrivato Gimenez per fare spazio al tridente formato da Jimenez, Abraham e Joao Felix.

Incassato anche il secondo gol, l’Empoli sbanda e il Milan prova ad approfittare dei tanti spazi che si aprono in campo aperto arrivando a un passo dal tris con Joao Felix, fermato dalla prontezza di Vasquez. Nel finale, poi, i ritmi si abbassano fisiologicamente e gli uomini di Conceiçao tagliano vittoriosi la linea del traguardo correndo qualche rischio soltanto sul tiro di Konate all’88’.

I bianconeri vittoriosi contro i lariani

Si è concluso con il risultato di 1 – 2 il match tra Como e Juventus, frutto della doppietta di Kolo Muani e del gol di Diao. Con questo risultato i bianconeri salgono momentaneamente al quarto posto, mentre la formazione di Fabregas resta a due punti sopra la zona retrocessione.

Il Como comincia a ritmo elevato: ottimo possesso palla con baricentro alto per schiacciare dietro la Juventus, pressing alto per affogare la costruzione dal basso degli avversari e tanta intensità. La prima occasione da gol è dei lariani. Al minuto 10 Nico Paz ci prova di prima dal limite dell’area, il suo rasoterra attraversa una folta coltre di gambe e arriva all’angolino, dove trova la manona di Di Gregorio che salva in angolo. Superato lo spavento e anche il quarto d’ora di gioco, la Vecchia Signora prende in mano il pallino del gioco e i ritmi si abbassano notevolmente. I padroni di casa rimangono più intraprendenti e lo dimostrano con Da Cunha, che vede uno spiraglio da oltre venticinque metri e scocca un tiro che costringe Di Gregorio a concedere un altro calcio d’angolo. La fase di stasi la sblocca la giocata di un singolo, ovvero Kolo Muani.

La Juve recupera palla a centrocampo e l’attaccante francese si lancia palla al piede, punta Dossena, lo ubriaca di finte e da posizione defilata calcia una staffilata potente e precisa che si insacca sotto la traversa. Piemontesi in vantaggio al 34′. Nel finale di questa prima frazione di gioco, il Como si scuote dopo aver incassato la botta psicologica. Nico Paz di testa non è preciso al 43′ su assist di un generoso Strefezza, ma Diao non fallisce al 45′. I lariani pareggiano i conti sugli sviluppi di un calcio d’angolo, nel quale Koopmeiners prima salva un pericolo sulla linea e poi perde una pallaccia; Cutrone, l’autore del furto ai danni dell’olandese, pennella il cross sul secondo palo, dove lo spagnolo tutto solo non può sbagliare l’1-1. Il direttore di gara manda le due squadre negli spogliatoi per l’intervallo.

Il possesso dei bianconeri è sempre lento e molto sterile, facile preda del pressing alto dei padroni di casa che non abbassano i ritmi. Le emozioni latitano in un secondo tempo molto confuso, con ben poche trame di gioco da una parte e dall’altra. Le sostituzioni di Thiago Motta non danno alcuna scossa agli ospiti, che non riescono a fare nulla per provare a vincerla. I ragazzi di Fabregas, invece, amministrano un risultato per loro ottimo in ottica salvezza. L’episodio che modifica il finale arriva al minuto 87: su una punizione dalla trequarti Gatti anticipa tutti di testa, Butez in uscita lo colpisce in pieno e l’arbitro concede il calcio di rigore. Kolo Muani si presenta sul dischetto e realizza la propria doppietta personale, che vale l’1-2. Dossena al 90′ su calcio d’angolo colpisce la traversa e fa scorrere un brivido sulla schiena di Di Gregorio. Il club bianconero riesce a conquistare i 3 punti.

La Magica torna alla vittoria

La Roma raggiunge tre punti preziosi sul campo del Venezia vincendo per 1-0 allo stadio ‘Penzo’ grazie ad un rigore trasformato da Dybala al 57′. I giallorossi, al secondo successo esterno consecutivo dopo la vittoria a Udine, si portano a 34 punti, in nona posizione in classifica, mentre il Venezia subisce la seconda sconfitta consecutiva e resta a 16 punti, al penultimo posto. Per la squadra di Ranieri, all’ottavo risultato utile consecutivo in campionato, una pronta reazione dopo l’eliminazione in Coppa Italia contro il Milan e in vista dei playoff di Europa League con il Porto.

Nel primo tempo la Roma ci ha provato con Dovbyk e Dybala, chance anche per El Shaarawy ma l’occasione migliore l’ha avuta mancini con salvataggio sulla linea di Mancini. Nella ripresa i lagunari si fanno pericolosi con le ripartenze, poi la svolta al 57′: Angelino va dentro l’area e viene messo a terra da Marcandalli. Tocca per primo lo spagnolo e l’arbitro fischia il penalty che Dybala non fallisce. Immediata la reazione da parte dei padroni di casa con la Roma che punta al contropiede per chiudere il match. All’86’ occasione mancata per il Venezia con Maric e ancora una volta è provvidenziale l’intervento di mancini che salva il risultato per i giallorossi.

La Roma però si difende con ordine, non rischia nulla e porta a casa i tre punti.

Azzurri KO contro i bianconeri

Si conclude 4 – 1 il match allo Stadium. I ragazzi di D’Aversa sono rimasti in partita fino all’espulsione per doppia ammonizione di Maleh, a 6′ dalla fine.

La Juve si prende così il quarto posto, mentre l’Empoli rimane con un punto di vantaggio sul Parma terzultimo. D’Aversa conferma Vasquez tra i pali, ma durante il riscaldamento perde Fazzini per qualche noia muscolare.

Come titolare viene scelto il grande ex De Sciglio. E proprio il difensore è subito protagonista: dopo tre minuti, viene completamente dimenticato dai vecchi compagni su azione d’angolo e di testa batte Di Gregorio. L’Empoli è in vantaggio, la Juve non c’è. I timidi segnali di Juve, però, non bastano a trovare il pareggio, con l’Empoli che va negli spogliatoi in vantaggio. A inizio ripresa D’Aversa deve sostituire l’acciaccato Anjorin con Zurkowski.

Goglichidze è subito protagonista in negativo; il georgiano perde il duello con Kolo Muani e il francese batte Vasquez, trovando il secondo gol in due presenze con la Juve. Il ribaltone si completa in tre minuti, con Yildiz che fa una grande azione personale, Weah che tenta la botta e il pallone che sbatte ancora sull’ex Psg, fortunato a trovarsi sulla traiettoria per beffare il portiere dell’Empoli. Thiago Motta sperimenta il tandem Muani-Vlahovic per l’ultima mezz’ora di gara, Koopmeiners sfiora il tris su punizione.

Gli azzurri di D’Aversa restano in dieci per la doppia ammonizione a Maleh, e ci pensa Vlahovic allo scadere a scacciare via tutte le paure con un sinistro potente che s’infila sotto l’incrocio dei pali. Nel recupero Conceicao arrotonda il risultato con una fuga in solitaria lanciato da Thuram. Così il club bianconero consolida il risultato, nonostante i toscani abbiano avuto delle buone occasioni.

Un pareggio all’Olimpico

La marcia che sembrava inarrestabile del Napoli, dunque, si interrompe a Roma perché dopo aver battuto nell’ordine Atalanta e Juventus, sono i giallorossi a fermare Lukaku e compagni, ancora primi a più tre dall’Inter che deve recuperare la gara con la Fiorentina. L’Olimpico, invece, si conferma un fortino inespugnabile, o quasi, con Ranieri che, pronti via, prova a sorprendere Conte.

Tra le fila azzurre recuperato anche Buongiorno, ma solo per la panchina e dunque in campo va Juan Jesus che non fa rimpiangere il collega. Dai suoi piedi nasce l’1-0 del Napoli al 29′, per un gol che porta tutto la firma dell’ex perché il lancio in profondità del brasiliano è sulla corsa di Spinazzola che scappa alle spalle di Mancini e con il pallonetto batte Svilar per il vantaggio. Una rete gestita fino al duplice fischio e con la squadra di Conte capace di abbassare il ritmo dopo un avvio molto forte, soprattutto in fase di pressing. Eppure di occasioni, fino al gol, gli azzurri ne avevano avute solo due e non nitidissime: la prima con un tiro strozzato di Lukaku, mentre la seconda con McTominay. La Roma è ben messa in campo e sfrutta i giocatori di gamba a disposizione per ripartire in contropiede, ma negli ultimi metri pecca di qualità non preoccupando mai Meret, se non con il colpo di testa di Ndicka a pochi secondi dalla fine del primo tempo. E così alla prima disattenzione subisce l’1-0, costringendo Ranieri a cambiare, non nell’intervallo, ma poco dopo l’occasione del Napoli sull’asse Anguissa-McTominay, conclusa con il tiro alto sopra la traversa dello scozzese.

Un legno lo prende anche il Napoli, seppur in fuorigioco, perché da calcio piazzato è Lukaku a tirare col destro, ma la deviazione di Rensch sporca il pallone sulla traversa. Negli ultimi minuti Ranieri si gioca il tutto per tutto con la carta Dybala, mentre Conte toglie Lukaku, fischiato, per Simeone. Come nel derby di Milano, però, è il recupero a dare altre emozioni con il forcing giallorosso che si conclude con il gol del pari al 92′ grazie alla rete di Angelino su assist di Saelemaekers. E così al triplice fischio è festa Roma e amarezza Napoli. I partenopei non riescono ad espugnare l’Olimpico.

Il derby di San Siro finisce in parità

Il Milan riesce a sbloccare il match con il gol di un Reijnders in stato di grazia, ma l’Inter la riprende in pieno recupero, con de Vrij che approfitta dell’assist di Zalewski fissando il pareggio finale. Nonostante i soli due gol messi a segno, la gara di ieri è stata ricca di emozioni e colpi di scena. Di conseguenza, un’analisi delle statistiche ci permetterebbe di capire meglio se abbiamo a che fare con un risultato giusto o se la partita sarebbe potuta finire diversamente.

Ieri l’Inter ha nettamente prevalso, in termini di controllo di gioco, alla voce possesso palla con un netto 62% contro il 38% del Milan che lascia poco spazio alle interpretazioni. I nerazzurri hanno sempre cercato la manovra ragionata, mentre i rossoneri si sono affidati maggiormente alle ripartenze.

“Tre gol annullati, tre pali, un rigore clamoroso non dato. L’ho già rivisto, meglio che non lo rivedo perché è peggio” secondo il tecnico dell’Inter Simone Inzaghi dopo l’1-1 nel derby di San Siro, lamentandosi per un rigore non concesso su contatto in area di Pavlovic su Thuram. Ancora una volta il derby di Milano si decide all’ultimo respiro. Questa volta a strappare un pari che serve più per l’orgoglio che per la classifica è l’Inter, dopo che per novanta minuti prova a scalfire la porta del Milan, stregata. Una bella partita, divertente e incerta fino all’ultimo. Al Milan va il merito di aver ingabbiato la manovra nerazzurra con una perfetta linea di fuorigioco, resistendo quasi fino al triplice fischio e sbagliando proprio negli ultimi minuti. L’Inter non molla, anche quando tutto sembra remare contro, strappa con i denti un punto fondamentale per evitare il terzo ko consecutivo nel derby. Nel recupero uscita provvidenziale di Maignan su Dumfries ma il pari è nell’aria e al 93′ Zalewski sulla sinistra e lasciato libera appoggia per De Vrij, pari ed entra in campo anche Inzaghi esultando per la sconfitta scongiurata.

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