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La Magica ancora vittoriosa

Una vittoria ottenuta soffrendo fino all’ultimo secondo, perché evidentemente alla Roma il Como risulta comunque ostico, e se Kempf non fosse stata espulso chissà come sarebbe andata a finire. Intanto Mancini e compagni, col 2-1 in rimonta, collezionano l’11/o risultato utile consecutivo e attendono lo scontro di giovedì prossimo in Europa League con l’Athletic Bilbao, impegno niente affatto agevole.

Dopo la meritata chiusura del Como in vantaggio nella prima frazione di gara, con un gol di Da Cunha ottimamente ‘imbeccato’ da Perrone, sono stati proprio gli uomini in giallorosso subentrati nei secondi 45′ la chiave di volta della partita. Prima con Saelemaekers, due minuti prima che Kempf venisse espulso (doppio giallo), che ha realizzato l’1-1, poi con Dovbyk con l’azione che ha deciso la partita, costruita da Cristante che ha servito Rensch sul cui cross si è inserito l’ucraino per il tocco del 2-1. Nel frattempo Dybala aveva cominciato a giocare alla sua maniera, lavorando molto più per la squadra che per se stesso, e anche questo è servito per portare a casa i tre punti.

E a proposito di argentini, fin quando è rimasto in campo è stato impalpabile Soulé. Resta la gran prestazione del Como, squadra senza ruoli fissi, tantomeno un attaccante di ruolo, che gioca un bel calcio frutto anche di quella cultura ‘blaugrana’ di cui Fabregas è impregnato. Nessuno ha paura di giocare la palla, tanto meno, pur dovendo ancora salvarsi,c’è ‘idea di difendersi e basta. Meno male per la Roma che oggi il giocatore più talentuoso, ovvero Nico Paz, sia andato ad intermittenza e che, nel finale concitato del match, il tiro di Vojvoda sia finito sul palo. Il Como era andato in vantaggio con Da Cunha, bravo a involarsi verso la porta di Svilar su invito di Perrone per poi batterlo con grande freddezza e grazie anche all’incerta fase difensiva di Mancini e Ndicka.

Nella ripresa arriva il pari di Saelemakers, entrato da appena due minuti: il belga segna al termine di una manovra sulla destra, con Dybala che dialoga con Celik in sovrapposizione fino al passaggio in area per l’ex milanista che mette a sedere Valle e poi infilava Butez grazie anche alla deviazione di Goldaniga. Al 31′ st la rete del successo romanista con lancio di Cristante sulla fascia destra per Rensch, che al volo la rimetteva al centro per la deviazione sotto porta di Dovbyk. Boato dell’Olimpico e esultanza dell’ucraino, arrivato a 9 reti in campionato. Adesso per la Roma testa al Bilbao, ieri immeritatamente sconfitto dall’Atletico Madrid in campionato e che verrà all’Olimpico con la rabbia giusta e tenendo presente che quest’anno, arrivando fino in fondo, giocherebbe la finale in casa. Decisiva l’impronta di Claudio Ranieri, che, proprio grazie ai cambi effettuati nella ripresa, ha permesso alla squadra di casa di vincere la partita.

Solo un pareggio nel big match per lo Scudetto

Il Napoli agguanta il pareggio al tramonto del big match con l’Inter al Maradona con un gol che è arrivato dalla panchina e con una mossa vincente di Conte. Con la grinta e il carattere di chi non ha intenzione di cedere di un millimetro. Billing risponde a Dimarco e la sfida scudetto finisce senza ne vincitori e neppure vinti. Tutto inalterato in classifica con l’Inter in testa avanti di un punto sul Napoli che insegue a stretto giro di ruota. Il tutto al temine di un match in cui gli azzurri hanno giocato, ci hanno provato, mancando probabilmente qualcosina sotto porta. Pronti via e si capisce subito che sarà una partita maschia, dura, spigolosa: come due pugili sul ring disposti a suonarsele di santa ragione per non cadere al tappeto. Il Napoli fa sentire centimetri e peso specifico dei suoi uomini.

Inevitabile la super sfida del genere, poi a fare la differenza risultano gli episodi. Il primo acuto è di marca azzurra con un’incursione sulla solita catena di destra che McTominay per un soffio non trasforma in oro. I campioni d’Italia faticano ad uscire dalle corde ma quando lo fanno si presentano con un colpo d’incontro che rischia di far male. Corre il 22′ e Dimarco si inventa un gran gol su calcio di punizione da oltre 20 metri. Il numero 32 disegna una parabola perfetta con il sinistro che si infila nell’angolino alto della porta difesa da Meret. Una rarità per l’Inter che non segnava su punizione diretta da oltre due anni (novembre del 2022). La rete è una doccia fredda sotto la pioggerellina del Maradona. Gli azzurri accusano il colpo, ma hanno il merito di restare in partita. La squadra di Conte riprende a macinare gioco, azioni ed anche occasioni, ma paga dazio in termini dii concretezza sotto porta.

Gilmour nella terra di mezzo si inventa un’apertura no look per Lukaku che in area, di sinistro, al volo, centra solo l’esterno della rete (34′). Sale l’intensità dei padroni di casa che un attimo dopo sfiorano il pari con Raspadori (ben imbeccato da Rrahmani) che cerca finalmente la profondità elude anche Martinez ma poi cincischia sul pallone e dilapida l’occasionissima. Il Napoli alza il ritmo, il Maradona aumenta i decibel. Proteste nel momento clou del match per un fallo di mano di Dumfries in piena area neroazzurra non ravvisato dall’arbitro (e neppure dal Var). Ma l’Inter non resta a guardare ed alla prima occasione può fare male. Ci vuole il sacrificio con il corpo di Rrahmani per evitare a Dimarco la doppietta (41). Prima dell’intervallo occasioni da una parte e dall’altra. Lukaku in scivolata sembra già esultare se non trovasse Bastoni in versione Rrahmani che si salva in corner. Non è finita: in pieno recupero Buongiorno chiude in diagonale sul solito Dimarco rifugiandosi in corner.

Nella ripresa il Napoli parte subito in quarta mentre l’Inter perde Dimarco ed è costretta a cambiare anche modulo (Inzaghi passa al 4-4-2). La pressione azzurra si sente, l’Inter rintuzza. Manovra avvolgente del Napoli con Lobotka che spedisce alto una bella sponda di Lukaku (13′). McTominay ci prova con un missile terra aria di destro ma trova i guantoni di Martinez. Conte alla mezzora effettua il primo cambio: fuori Raspadori e dentro Okafor. Poco dopo c’è spazio anche per Billing che prende il posto di un convincente Gilmour. La mossa di si rivela vincente: sull’ennesima incursione azzurra Lobotka serve Billing che di sinsitro esalta Martinez ma sula ribatturta il suo destro è vincente. E pensare che nel recupero prima McTomnay e poi Ngonge avrebbero potuto completare la rimonta. Finisce così, ma il Napoli c’è e ci sarà fino alla fine. I nerazzurri sfiorano il colpo gobbo al Maradona.

Poker della Magica

La Roma batte anche il Monza con il risultato di 4 – 0 e si rilancia con decisione nella corsa all’Europa. Sono 24 i punti conquistati (sette vittorie, la terza di fila, e tre pareggi) nelle ultime dieci di campionato, più di chiunque altro. Il sesto posto della Fiorentina è ora distante appena due punti, il settimo posto di Milan e Bologna una lunghezza.

Il tecnico Claudio Ranieri, dopo aver riportato solidità (la Roma non prende gol da 331 minuti in campionato) ha riportato risultati, entusiasmo e, sorprendentemente, anche ambizioni. Già, perché quando a novembre si è insidiato sembrava impossibile che i giallorossi potessero in qualche modo rilanciarsi. Ennesimo miracolo della carriera di Ranieri, questa volta realizzato a casa sua. Ieri sono stati Saelemaekers, Shomurodov, Angelino e Cristante a segnare, indirizzando la partita fin dai primi minuti di gioco (l’1-0 già al 10’).

All’Olimpico va in scena un monologo giallorosso. Nel primo tempo Saelemaekers (10′) sblocca il match con un gran sinistro a giro dal limite e Shomurodov (32′) raddoppia i conti di testa su perfetto assist di Soulé. Nella ripresa poi ci pensano Angelino (73′) e Cristante (88′) ad archiviare la pratica con un sinistro chirurgico e una bella girata di testa. Precisi nel palleggio, i giallorossi costruiscono con ordine da dietro, non forzano le giocate e manovrano velocemente in ampiezza. Servito in area da Soulé, Pisilli si divora subito il vantaggio, poi Shomurodov spedisce a lato da buona posizione e al terzo tentativo, dopo dieci minuti di dominio giallorosso, Saelemaekers sblocca la gara con un gran sinistro a giro a fil di palo. Guizzo che concretizza il forcing dei padroni di casa e indirizza il match. Padrona del campo e in pressione, la squadra di Ranieri tiene alto il baricentro, aumenta i giri tra le linee e prova a piazzare subito il colpo del ko facendo girare rapidamente la palla. Turati disinnesca un paio di situazioni pericolose, poi un destro di Saelemaekers dal limite termina a lato e Shomurodov raddoppia i conti di testa sfruttando al massimo una grande giocata di Soulé. Incornata che premia il dominio della banda di Ranieri e a cui il Monza a fine primo tempo prova a replicare affacciandosi dalle parti di Svilar con Ganvoula e Mota senza centrare il bersaglio grosso. La ripresa inizia con l’ingresso di Petagna al posto di Ganvoula, ma la musica non cambia. In controllo, è sempre la Roma a gestire il possesso, a muovere la palla con precisione e a dettare i ritmi della partita. Un destro di Pisilli dal limite termina alto, poi il Monza prova a reagire alzando di qualche metro il baricentro, ma sono sempre i giallorossi a manovrare con più pericolosità. Turati respinge una conclusione di Baldanzi, poi Brorsson mura una conclusione di Shomurodov. Occasini che tengono vivo il match e innescano nuovi cambi. Da una parte Martins, Zeroli e Balde prendono il posto di Ciurria, Urbanski e Mota, dall’altra invece Ranieri getta nella mischia Dybala, Rensch e Paredes al posto di Baldanzi, Shomurodov e Saelemaekers. Mosse che mescolano un po’ le carte, ma che non modificano l’inerzia e il tema tattico della gara. Ordinata e attenta in impostazione, la Roma dialoga bene nello stretto, tiene basso il ritmo e affonda nuovamente il colpo con un diagonale preciso di Angelino su assist di Cristante. Sigillo che archivia la pratica e chiude virtualmente la gara.

La squadra ci crede, così come il pubblico che è tornato a incitare i giocatori dopo i tanti fischi collezionati in stagione. Drammatica invece la situazione del Monza: il Parma quartultimo è ormai lontano ben 9 punti, la B pare sempre più vicina.

I bianconeri ritrovano Vlahovic

La Juventus ritrova Dusan Vlahovic dal 1′, riparte dopo la delusione in Champions League e passa a Cagliari. I bianconeri vincono per 1-0 all’Unipol Domus nel posticipo della 26esima giornata di Serie A. A decidere l’incontro è proprio un gol dell’attaccante serbo. Alla prima da titolare in campionato nel nuovo anno, Vlahovic va a segno nel primo tempo approfittando di un’ingenuità di Mina e Adopo: l’ex Fiorentina recupera palla, dribbla Caprile e insacca alle sue spalle.

Yildiz ha un paio di occasioni per raddoppiare ma Caprile chiude bene la porta, ripetendosi nella ripresa su Vlahovic a cui nega la doppietta. E, ancora una volta, su Yildiz nei minuti finali. Il Cagliari di Davide Nicola le prova tutte mandando in campo nel finale anche Pavoletti, ma non riesce a costruire tante chance per pareggiare. Finisce così, la Juventus centra la quarta vittoria consecutiva approfitta dei passi falsi di tutte le rivali nella lotta Champions: la squadra di Thiago Motta sale così a quota 49 punti, scavalcando la Lazio al quarto posto.

Il primo tempo sarebbe potuto essere ancora più disastroso: i rossoblu ringraziano Coincecao, Yidliz e soprattutto Caprile. Cagliari meglio nella ripresa con un assalto generoso, ma caotico. Fatto di accelerazioni del ritrovato Luvumbo e di cross. La Juve ha sofferto, ma ha resistito. Ora la classifica è cambiata: di questa giornata il Cagliari salva le sconfitte di Lecce ed Empoli. Ma deve fare i conti con le vittorie di Parma e Verona. La distanza dalla zona calda è di quattro punti. Nicola, esperto di salvezze, è realista: “Non so se sono esperto, sicuramente ho lottato spesso per quell’obiettivo – ha detto a fine gara – Io cerco di inculcare una determinata proposta di calcio ai ragazzi, quest’anno la quota è alta e tutti possono fare risultato contro chiunque, la forbice è sottile tra una squadra e l’altra e nessuno può dirsi tranquillo o spacciato. Oggi abbiamo costruito la partita che dovevamo fare, peccato per il gol subìto in quel modo”.

La Dea rientra nella corsa scudetto

E’ un’Atalanta da trasferta: dopo Verona, arriva un successo per 0-5 anche a Empoli, dove la gara si sblocca con un autogol di Gyasi, per poi vedere altri due gol prima dell’intervallo a firma del solito Retegui (21 in A per lui) e Lookman. Il nigeriano fa doppietta nella ripresa e poi Zappacosta, che aveva crossato sull’1-0, trova anche la gioia personale. La Dea sale a 2 punti di distanza dal Napoli secondo, oggi sconfitto a Como, e 3 dalla nuova capolista Inter; le due saranno avversarie nel prossimo turno, con gli uomini di Gasperini che ospiteranno il Venezia.

Bella partita al Castellani, l’Atalanta attacca ma l’Empoli risponde e si fa pericoloso con Kouamé. I bergamaschi passano con un autogol di Gyasi su cross di Zappacosta, dopo una manciata di minuti arriva anche il raddoppio di Retegui.

Le parole di Gian Piero Gasperini in conferenza stampa molto probabilmente hanno dato i loro frutti. Il tecnico ha schierato la formazione migliore, con Lookman e De Ketelaere a supporto di Retegui. Tante emergenze per D’Aversa che ha deciso di schierare Esposito e Kouamè in attacco, con Colombo in panchina. Nel primo quarto d’ora i nerazzurri hanno premuto il piede sull’acceleratore, tre le occasioni non sfruttate dagli orobici: clamorosa quella di Djimsiti che di testa ha cercato la deviazione vincente, decisiva la parta di Silvestri. La svolta è arrivata al 27′ quando Zappacosta ha tentato il cross in area, ma la deviazione di Gyasi ha alzato un campanile che ha ingannato il proprio portiere. Cinque minuti più tardi, al 33′, Retegui ha segnato il suo 21esimo gol in campionato facendosi trovare pronto sul secondo palo: l’uno-due ha affossato i toscani, al 43′ Lookman, dopo l’imbucata di Retegui e il tocco di suola, si è inventato la rete del 3-0. Nel secondo tempo non è cambiato praticamente nulla, oltre a un abbozzo di reazione la squadra di D’Aversa non è riuscita a riaprire il match. Al 10′ Lookman ha esultato di nuovo per la sua doppietta personale, al 29′ Zappacosta con un’azione personale è riuscito a beffare Silvestri per la quinta volta con un rasoterra dal limite.

Qualche occasione non sfruttata dall’Empoli nel finale, Campaniello (16 anni e al debutto) da due passi davanti a Carnesecchi ha calciato alto. Sedicesima vittoria per i nerazzurri che come detto da Gasperini proveranno a credere nell’impossibile: nel prossimo turno ci sarà la gara casalinga contro il Venezia. Momento negativo per l’Empoli, a quota 21 punti e in terzultima posizione: la trasferta contro il Genoa diventerà uno snodo fondamentale della stagione.

I rossoneri di nuovo KO

Il Milan non riscatta l’eliminazione dalla Champions e ora rischia di perdere il treno per il quarto posto: i rossoneri cadono nella trasferta al Grande Torino con errori grossolani, la squadra di Vanoli vince 2-1 e si allontana ulteriormente dalla zona retrocessione.

Vanoli e Conceiçao vanno sulla stessa strada, entrambi lanciano subito i rinforzi di gennaio: il granata concede l’esordio dal primo minuto a Biraghi ed Elmas e conferma Casadei in mediana al fianco di Ricci, il rossonero propone Joao Felix con Gimenez e rinnova la fiducia a Theo nonostante il pasticcio in Champions.

L’altra novità del Toro è in attacco, dove Adams non è al meglio e lascia il posto a Sanabria, titolare dopo due mesi. I granata partono fortissimo, il vantaggio è immediato ma è un pasticcio rossonero: Pedersen fa un lancio lungo per Sanabria, Maignan esce dalla sua area e calcia addosso a Thiaw, con il pallone che carambola in rete. I tifosi del Toro continuano a contestare il presidente Cairo, quelli del Milan iniziano a cantare solo dal 10′, in campo la squadra di Conceicao fa collezione di corner senza creare grossi pericoli. E’ al 21′, però, che arriva la grande occasione: Joao Felix imbecca Gimenez, il messicano colpisce a botta sicura ma Milinkovic-Savic è miracoloso nel deviare sopra la traversa. Il Milan chiude il Toro, Pedersen allarga troppo il braccio e Sozza concede un rigore ai rossoneri, con Pulisic che si fa ipnotizzare dal portiere serbo, al quarto penalty parato sui cinque stagionali. Nel momento migliore degli ospiti, i granata vanno vicini al raddoppio, ma Maignan prova a riscattare il primo gol con gli interventi su Pedersen e Vlasic.

Poi Conceiçao lascia negli spogliatoi Leao e comincia la ripresa con Fofana, poi inserisce Abraham al posto di Musah.
Vanoli risponde con Karamoh per Elmas, il suo Toro riesce a difendersi con ordine senza rischiare più di tanto e Vanja respinge senza grossi affanni i tentativi di Fofana e Joao Felix. E’ miracoloso, invece, l’intervento che il serbo compie su Reijnders al 64′, con i piedi e in controtempo. Vanoli capisce che è il momento di maggior pressione rossonera e inserisce Walukiewicz, Gineitis e Linetty, il pareggio però arriva con la bordata mancina di Reijnders. L’1-1 dura pochissimo, il Toro sfrutta un altro errore del Milan: Sanabria batte velocemente una rimessa mentre Thiaw protesta, Fofana si perde l’inserimento di Gineitis e il lituano realizza il nuovo vantaggio con un gran sinistro. Gli ultimi assalti del Milan non vanno a buon fine, il Toro festeggia e i rossoneri vengono contestati dal settore ospiti: il quarto posto rischia di essere sempre più lontano.

Vittoria per i nerazzurri

L’Inter vittoriosa per 1-0 nel match contro il Genoa grazie alla rete di capitan Lautaro Martinez. I tre punti permettono ai nerazzurri di superare momentaneamente il Napoli e portarsi dunque in testa alla classifica, a +1 dalla squadra allenata da Conte. Nel prossimo turno ci sara’ lo scontro diretto, il Genoa accogliera’ l’Empoli.

Dodicesimo posto per i genoani, a +9 sulla zona retrocessione. Simone Inzaghi, senza Marcus Thuram, ha mandato in campo la coppia Lautaro-Correa. In porta spazio a Martinez, Yann Sommer molto probabilmente restera’ fermo un mese a causa della frattura del pollice della mano destra. Vieira ha schierato il solito 4-2-3-1 con Miretti sulla trequarti e Pinamonti unica punta: nel primo tempo i liguri hanno gestito la gara senza troppi patemi, l’Inter non è riuscita a trovare spazi in fase offensiva. Nella ripresa i nerazzurri hanno alzato i ritmi, la prima occasione è capitata a Dumfries, ma il tiro è terminato alto sopra la traversa rossoblu’.

La squadra di Inzaghi ha preso maggior fiducia col passare dei minuti, in mischia Pavard ha cercato la rovesciata, ma Leali ha intercettato la conclusione. Al 25′ Barella ci ha provato con tiro violento dal limite terminato sull’incrocio dei pali, sei minuti più tardi Ekuban ha sprecato un’occasione colossale, dopo un rimpallo il classe ’94 ha tentato il colpo di testa in area piccola, ma Josep Martinez si è opposto coprendo tutto lo specchio della porta. Due minuti più tardi, al 33′, l’Inter ha sbloccato il match da calcio d’angolo: cross millimetrico di Calhanoglu, Lautaro di testa ha anticipato Bani segnando di testa l’1-0. Nel recupero l’argentino ha avuto due occasioni per poter chiudere definitivamente il match: prima il tiro e’ stato rimpallato dalla difesa ligure, poi Leali ha intercettato la conclusione ravvicinata.

Tripletta per i friulani

Niente da fare per i toscani al Bluenergy Stadium. L’Udinese di Runjaic continua spedita la sua corsa a metà della classifica della Serie A, battendo per 3-0 l’Empoli. A fare le fortune dei bianconeri è ancora una volta Ekkelenkamp, autore di una doppietta; nel finale segna anche Thauvin. I padroni di casa creano un’elevata quantità di palle gol.

l’Empoli, ancora decimata dagli infortuni, tiene botta solo a tratti, uscendo dalla trasferta di Udine con le ossa rotte. Nel primo tempo entrambe le squadre giocano a viso aperto e ad alto ritmo. Il risultato all’intervallo premia i friulani in vantaggio al 19′ su sviluppo di corner, grazie ad Ekkelenkamp, alla seconda marcatura consecutiva dopo quella contro il Napoli: l’olandese, con la punta del piede, è lesto a deviare sottoporta il tiro di Atta. Nulla da fare, dunque, per Silvestri, comunque provvidenziale un minuto prima sulla violenta conclusione di Lovric. Al 37′ Bijol non capitalizza la palla del possibile raddoppio per l’Udinese. In zona offensiva produce molto pure l’Empoli, ma i toscani peccano di concretezza.

A inizio ripresa la difesa empolese rischia di sbandare a più riprese, mentre l’Udinese carica a testa bassa nel tentativo di chiudere definitivamente la pratica. Al 48′ Thauvin, lanciato a rete, non riesce a tener botta nel duello fisico con Cacace e perde il possesso di palla; poco dopo sempre il francese calcia trovando l’opposizione di De Sciglio. Al 59′, invece, Lucca colpisce il palo esterno.

Le giocate offensive dell’Empoli sono decisamente minori rispetto alla prima frazione. Non va, però, dimenticato l’apporto decisivo di Sava per la vittoria friulana: il portiere romeno, infatti, sul punteggio ancora di 1-0, è decisivo sui tentativi di Colombo e Gyasi, arrivati a meta’ secondo tempo. Infine, il pomeriggio trionfale per i ragazzi di Runjaic viene coronato dalla rete di Thauvin di testa al novantesimo minuto.

La Magica vince a Parma

Ranieri non poteva chiedere di più a Parma-Roma: terza vittoria di fila in trasferta dopo Udine e Venezia. Umore opposto in casa del Parma, alla quarta sconfitta consecutiva e con una vittoria nelle ultime 11 gare.

La partita si è decisa al 31’ del primo tempo. Il primo episodio è un fallo di mano di Salah-Eddine che Chiffi giustamente non fischia per la dinamica dell’azione. Il secondo è un passaggio filtrante di Shomurodov per Soulé che è tenuto in gioco da Valeri che non sale. Il terzo è il fallo del legnoso Leoni, che Chiffi valuta come rigore e ammonizione. Interviene la Var e rettifica: punizione dal limite ma espulsione per chiara occasione da gol.

Quello che sembrava un buon affare per il Parma si trasforma nella peggiore delle sciagure. Nella ripresa la Roma ha il torto di non chiudere la gara, ma Svilar non rischia mai. Soulé pennella con il mancino e segna sul medesimo calcio di punizione sfogando tutta la frustrazione per una stagione sin qui fallimentare: sarà questo l’episodio che sblocca l’ex Juventus. Solamente il campo ce lo dirà. La Roma, pur con un massiccio turnover, vince la terza trasferta consecutiva in Serie A e prova a rincorrere la zona che vale l’Europa. La ripresa dei capitolini però, fatta eccezione per una doppia parata monumentale da parte di Zion Suzuki prima su Soulé e poi su Salah-Eddine, è povera di spunti e il Parma gioca con il cuore.

Il Parma è nei guai e risulta difficile capire come uscirne con un morale così a terra. Gli ospiti abbassano il ritmo e non affondano il colpo, Ranieri prova a scuoterli con gli ingressi di Baldanzi e Angelino, ma la gara resta aperta anche se il Parma, in dieci per quasi un’ora, nel finale è stremato. “C’è una Roma con Dybala e una senza di lui” aveva detto Claudio Ranieri alcune settimane fa. A quanto pare i giallorossi sono cresciuti anche sotto questo punto di vista e possono guardare con fiducia alla sfida di ritorno del playoff di Europa League.

I Bianconeri vincono il derby d’Italia

La Juventus si aggiudica il derby d’Italia contro l’Inter per 1-0. Vittoria di misura firmata Francisco Conceicao che sblocca il match nella ripresa dopo una grande giocata di Kolo Muani. Lautaro si divora un gol, Dumfries colpisce due pali. I nerazzurri crollano ancora in trasferta e non riescono a concretizzare il sorpasso sul Napoli che resta a +2. Di seguito le pagelle del match dell’Allianz Stadium.

Per la sfida dello Stadium Thiago Motta sceglie Di Gregorio in porta, Weah e Savona esterni, con Veiga al centro della difesa insieme a Gatti. A centrocampo dal 1′ Thuram con Koopmeiners e McKennie, e in avanti Kolo Muani con Conceicao e Nico Gonzalez sulle fasce. Inzaghi risponde con Taremi in coppia con Lautaro, viste le condizioni precarie di Thuram, Dumfries e Dimarco come quinti di centrocampo, Acerbi al centro della difesa a tre con Pavard e Bastoni.

Gara aperta tra le due squadre che vogliono vincere. Al 3′ palla persa di Acerbi, con McKennie che serve Nico Gonzalez che calcia alto da buona posizione. Al 12′ risponde l’Inter con un lancio di Bastoni per Barella che stoppa e calcia ma manda alto, anche se l’azione è fermata per fuorigioco. Al 19′ ancora nerazzurri pericolosi. Ancora protagonista Barella che arriva dal limite ma scivola e ne esce una conclusione sporca che si trasforma in assist per Taremi che prova una rovesciata sulla quale è reattivo Di Gregorio. Sul proseguo dell’azione, cross di Lautaro per Dumfries che di testa spreca una grande occasione mandando alto.

La Juve si riaffaccia in avanti al 22′ con un diagonale velenoso di Nico Gonzalez che Sommer respinge, poi sul recupero di Barella la palla arriva a Conceicao che cerca il primo palo, ma è ancora pronto il portiere svizzero che manda in angolo. La squadra di Thiago Motta continua a spingere e al 33′ arriva la conclusione di prima intenzione di Kolo Muani da buona posizione, ma una leggera deviazione salva Sommer. Nel finale di tempo la squadra di Inzaghi si rende di nuovo pericolosa, al 35′ con Lautaro che non sfrutta il cross basso di Dumfires mentre al 44′ è lo stesso difensore esterno ad involarsi in area e calciare di potenza, trovando però solo il palo.

Ad inizio ripresa Juve più intraprendente e al 49′ ci prova Veiga sugli sviluppi di un corner ma la conclusione è troppo centrale. Al 50′ ancora pericoloso Conceicao, ma il tiro del portoghese è debole sul primo palo con Kolo Muani che chiedeva la sfera sul secondo. Grande determinazione sulle seconde palle per la Juventus con un un intenso pressing alto, mentre l’Inter fatica ad uscire. Al 74′ la Juve passa in vantaggio: numero di Kolo Muani in area che cerca di liberarsi prima con una veronica poi con un tocco di fino e palla che arriva a Conceicao che in diagonale batte Sommer per l’1-0. L’Inter sbanda e rischia di subire il raddoppio al 76′ ma Dumfries è bravo a salvare sulla linea il destro di Koopmeiners, a Sommer battuto. L’Inter perde un’occasione importante per il sorpasso in vetta. Una vittoria di misura per il club bianconero.

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