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Il derby di San Siro finisce in parità

Il Milan riesce a sbloccare il match con il gol di un Reijnders in stato di grazia, ma l’Inter la riprende in pieno recupero, con de Vrij che approfitta dell’assist di Zalewski fissando il pareggio finale. Nonostante i soli due gol messi a segno, la gara di ieri è stata ricca di emozioni e colpi di scena. Di conseguenza, un’analisi delle statistiche ci permetterebbe di capire meglio se abbiamo a che fare con un risultato giusto o se la partita sarebbe potuta finire diversamente.

Ieri l’Inter ha nettamente prevalso, in termini di controllo di gioco, alla voce possesso palla con un netto 62% contro il 38% del Milan che lascia poco spazio alle interpretazioni. I nerazzurri hanno sempre cercato la manovra ragionata, mentre i rossoneri si sono affidati maggiormente alle ripartenze.

“Tre gol annullati, tre pali, un rigore clamoroso non dato. L’ho già rivisto, meglio che non lo rivedo perché è peggio” secondo il tecnico dell’Inter Simone Inzaghi dopo l’1-1 nel derby di San Siro, lamentandosi per un rigore non concesso su contatto in area di Pavlovic su Thuram. Ancora una volta il derby di Milano si decide all’ultimo respiro. Questa volta a strappare un pari che serve più per l’orgoglio che per la classifica è l’Inter, dopo che per novanta minuti prova a scalfire la porta del Milan, stregata. Una bella partita, divertente e incerta fino all’ultimo. Al Milan va il merito di aver ingabbiato la manovra nerazzurra con una perfetta linea di fuorigioco, resistendo quasi fino al triplice fischio e sbagliando proprio negli ultimi minuti. L’Inter non molla, anche quando tutto sembra remare contro, strappa con i denti un punto fondamentale per evitare il terzo ko consecutivo nel derby. Nel recupero uscita provvidenziale di Maignan su Dumfries ma il pari è nell’aria e al 93′ Zalewski sulla sinistra e lasciato libera appoggia per De Vrij, pari ed entra in campo anche Inzaghi esultando per la sconfitta scongiurata.

Un pareggio importante per gli Azzurri

Empoli e Bologna pareggiano 1-1 allo stadio ‘Castellani’ grazie ai gol di Colombo e Dominguez nel primo tempo. I toscani, reduci da due sconfitte, interrompono il digiuno casalingo, visto che l’ultimo pareggio era stato a fine novembre con l’Udinese, mentre il Bologna sembra risentire dell’impresa di mercoledì scorso in Champions League col Borussia Dortmund e non riesce nella ripresa a completare la rimonta.

È un primo tempo del tutto equilibrato. Primi venti minuti di controllo e studio da parte delle due squadre, con tanti falli e anche un po’ di nervosismo. Poi, dopo una buona azione non sfruttata da Gyasi in area al 21′, al 24′ la sblocca l’Empoli. L’azione si sviluppa tutta sulla destra con uno scambio fra Pezzella e Fazzini, quest’ultimo chiude il triangolo sul laterale mancino che crossa di prima intenzione in mezzo all’area. Interviene in spaccata a piedi uniti Colombo che sul primo palo anticipa Lucumì e segna il suo quinto gol in campionato.

L’Empoli si esalta e ci crede provando a raddoppiare con un colpo di testa di Gyasi che fa da torre per Colombo, ma è bravo Lucumì ad anticiparlo. Proprio nei secondi finali del primo tempo arriva il pareggio del Bologna. Il portiere colombiano prima buca un’uscita, quindi non intercetta la botta al volo di Dominguez. Il pari dunque arriva al 44′: Ndoye appoggia su Lykogiannis, cross perfetto sul secondo palo per la girata al volo vincente dell’esterno d’attacco argentino. Vasquez viene battuto sul suo palo colpevolmente.

Nella ripresa l’Empoli riprende con piglio, in particolare è Esposito a rendersi pericoloso un paio di volte, bene anche Fazzini con una buona palla in mezzo all’area per Colombo. Il Bologna invece sostituisce subito Dallinga per Castro, che si riprende il posto al centro dell’attacco già da inizio secondo tempo. Da segnalare solo un tiro deviato di Odgaard sul quale Vasquez è attento. Il colombiano si fa perdonare anche l’errore del primo tempo con un grande intervento su Beukema da pochi passi, parato d’istinto. E’ l’ultima vera occasione della serata che poi si va a spegnere sull’1-1 finale. Da segnalare, negli ultimi minuti, l’infortunio muscolare a Viti che però è costretto a restare in campo visto l’esaurimento degli slot per le sostituzioni dell’Empoli.

La Magica ritorna vittoriosa

La Roma torna a vincere in trasferta dopo 18 gare senza riuscirci: l’ultima volta era accaduto, nello stasso stadio e con lo stesso punteggio (2-1), lo scorso 25 aprile. Decidono nella ripresa i rigori di Pellegrini e Dovbyk dopo il gol di Lucca nel primo tempo. Proprio in questo stadio i giallorossi ottennero l’ultima vittoria lontano dall’Olimpico nel lontano 25 aprile. In vista della decisiva partita di Europa League contro l’Eintracht Francoforte, Ranieri fa parecchio turnover lanciando il nuovo acquisto Rensch a destra, mettendo Pisilli in mediana e Baldanzi sulla trequarti. Panchina per Hummels, Paredes, Saelemaekers e Dybala. Nell’Udinese Runjaic sceglie davanti a Sava la difesa a tre con Kristensen, Bijol e Toure. In attacco torna titolare Lucca in coppia con Thauvin.

E’ di Rensch, nuovo acquisto della Roma, la prima palla gol: palla al limite sinistro all’angolino e Sava si distende e salva. Al 31′ altra occasione per la Roma: sul cross di Angelino dalla sinistra, Pisilli sbuca da dietro ma di testa manda il pallone alla sinistra di Sava. La Roma ci prova ancora al 34′ quando sulla punizione dalla trequarti Ndicka stacca di testa ma manda al lato. Al 38′ l’Udinese alla prima occasione passa in vantaggio: punizione per i friulani dalla trequarti con Lovric che mette un pallone a mezza altezza in area, Lucca controlla di petto e calcia di potenza sotto la traversa per l’1-0. La Roma reagisce, Dovbyk segna un bel gol su cross di Celik, ma il Var evidenzia il fuorigioco.

Roma più decisa ad inizio ripresa con Shomurodov al posto di Celik. Al 50′ arriva il pareggio. Tentativo di pallonetto di Pellegrini in area su Kabasele che la tocca con la mano. L’arbitro Sozza non ha dubbi, Pellegrini calcia al centro della porta e fa 1-1. L’Udinese torna a farsi indidiosa con Payero che sguscia via sulla sinistra, entra in area ma invece di servire in mezzo prova la conclusione, che Svilar blocca senza problemi. Al 58′ in ripartenza Pellegrini dal limite arriva al tiro ma Sava è reattivo. Poi al 64′ il ribaltone Roma: palla di esterno di Shomurodov in area, Sava in uscita tocca El Shaarawy prima del pallone. Altro rigore: Dovbyk si conferma glaciale dal dischetto.

La Roma sfiora il tris in più occasioni; all’84’ dribbling e conclusione di Zalewski, da poco entrato, dalla distanza, con palla di poco alla destra di Sava. Poi all’87’ ci prova Shomurodov ma blocca Sava. Infine al 93′ punizione di Dybala, entrato nel finale, in area friulana prima Shomurodov, poi Mancini sotto porta provano a buttarla dentro ma l’Udinese in qualche modo si salva.

Poker dei nerazzurri contro il Lecce

L’Inter vince 4-0 sul campo del Lecce e continua a inseguire il Napoli capolista. I campioni d’Italia vincono in casa dei giallorossi con i gol di Frattesi, Lautaro, Dumfries e Taremi. La squadra di Inzaghi sale così a 50 punti, a -3 dal Napoli di Conte: i nerazzurri devono recuperare la gara con l’Atalanta. Il Lecce rimane a 20 punti.

L’Inter parte subito forte e al 6′ va in rete con Frattesi. Grave errore di Guilbert, che serve di fatto Thuram. Il francese entra in area, punta Baschirotto e scarica all’indietro per l’inserimento del centrocampista nerazzurro che spinge in porta il pallone dell’1-0. Al 21′ Baschirotto rinvia addosso a Pierotti e di fatto serve Thuram che però a due metri dalla porta, calcia al lato. Al 24′ Lautaro Martinez porta palla fino al limite dell’area e imbuca per l’inserimento di Carlos Augusto, che batte Falcone, ma l’arbitro Marinelli annulla per fuorigioco dell’ex Monza.

Un minuto dopo, al 25′ altro gol annullato all’Inter. Lautaro Martinez verticalizza per Thuram, che serve ancora Frattesi che segna a porta vuota, ma dopo il check del Var Marinelli annulla ancora. Il Lecce si avvicina a Sommer al 29′ con una bella azione personale di Dorgu, che si libera di Frattesi e fa partire un tiro-cross dal limite dell’area, che non trova né la porta né compagni. Al 39′ l’Inter raddoppia: Zielinski ruba palla a Pierret e la serve Lautaro che dal limite fa partire un tiro che potente che non lascia scampo al portiere del Lecce, per il 2-0.

Il Lecce nella ripresa entra meglio in campo e al 53′ Dorgu prende il fondo e crossa sul primo palo per l’inserimento di Helgason, che anticipa Bastoni e gira al volo con il sinistro, senza però trovare la porta. Al 55′ ci prova Krtovic che calcia dal limite dell’area ma Sommer protegge il primo palo e respinge. Al 57′ l’Inter cala il tris con Dumfries che servito in area dal tacco di Lautaro Martinez resiste al rientro di Baschirotto e batte Falcone con l’interno sinistro a giro per il 3-0. La squadra di Giampaolo soffre e subisce ancora al 61′: Frattesi riceve palla in area, anticipa Falcone, che lo stende. Per Marinelli è rigore. Sul dischetto va Taremi che fa 4-0.

Il Lecce prova a dare un segnale al 75′ con una conclusione dalla distanza di Ramadani, che calcia verso l’incrocio dei pali, ma è bravo Sommer a mandare in corner. All’83’ ancora Lecce vicino al gol. Sulla punizione in area di Helgason, il pallone sfila senza essere deviato e finisce a centimetri dal secondo palo.

I Nerazzurri hanno la meglio sul club toscano

L’Inter, dopo il successo ottenuto dal Napoli, risponde battendo l’Empoli per 3-1, infiammando così il duello per lo scudetto. A San Siro, i gol arrivano tutti nella ripresa e portano le firme di Lautaro, Dumfries e Thuram: “inutile”, invece, la marcatura dell’ex Esposito per il club toscano. L’Inter non brilla fino al gol del vantaggio, per poi accendersi e piegare la formazione azzurra, falcidiata dalle assenze. Nel primo tempo si gioca praticamente solo nella metacampo dell’Empoli ma l’Inter non riesce a tornare negli spogliatoi in vantaggio.

Nonostante le poche occasioni da rete, Lautaro è il più attivo dei suoi e sfiora il gol in due occasioni. Al 14′ il capitano interista conclude in rovesciata e costringe Vasquez al miracolo. In seguito, sempre il Toro colpisce anche un legno al 26′, non punendo l’errata lettura difensiva di Ismajli. Il secondo tempo ricomincia sulla falsa riga del primo e l’Inter continua a giocare dando poco ritmo alla propria manovra.

A sbloccare, però, un match che rischiava di complicarsi, ci pensa Lautaro con una giocata da fuoriclasse. Dopo dieci minuti della ripresa, infatti, l’argentino si carica la squadra sulle proprie spalle e timbra l’1-0, grazie ad uno stupendo tiro a giro dalla distanza. Al’69’ scende in campo Thuram che sostituisce Taremi, autore dell’ennesima prova impalpabile. All’80’ da calcio d’angolo i nerazzurri raddoppiano con Dumfries, autore di uno stacco imperioso che non lascia scampo a Vasquez. L’Inter è in gestione e la partita sembra chiusa: nel finale, però, il neoentrato Esposito punisce il blackout della difesa interista e fa 2-1. L’Empoli non fa nemmeno in tempo a sognare la rimonta che subito arriva il gol del 3-1, realizzato da Thuram in contropiede. I padroni di casa conquistano così un successo pesante che consente loro di riportarsi a meno tre punti dal Napoli capolista. Continua, invece, la crisi dell’Empoli, capace di conquistare solo un punto nelle ultime sei uscite.

I partenopei si confermano primi della classe

Il Napoli vince 3-2 contro l’Atalanta, un successo fondamentale per la corsa scudetto. Quella di Bergamo è stata una partita avvincente, decisiva la rete di Lukaku nel finale, un colpo di testa da tre punti che lancia la fuga della squadra di Conte.

Gian Piero Gasperini ha dovuto affrontare l’emergenza difesa, con Kolasinac squalificato (e Kossounou infortunato, stagione finita per l’ivoriano) il tecnico sul centro-sinistra ha mandato in campo Scalvini. La mossa a sorpresa è stato Samardzic alle spalle dei due attaccanti, con Lobotka spesso ingabbiato dai centrocampisti nerazzurri. La squadra di Conte ha fatto fatica soprattutto nella prima parte quando la Dea non lasciava nessuno spazio ai palleggiatori azzurri: al 16′ è arrivato il gol del vantaggio con Retegui, abile a sfruttare un pasticcio difensivo del duo Di Lorenzo-Rrahmani. Il gol è servito per dare una svolta, al 27′ Politano – dopo una lettura difensiva sbagliata da parte di Djimsiti -, ha trovato la rete del pari con un sinistro sotto la traversa. Il pari ha dato maggior coraggio a Lukaku e compagni, al 40′ Anguissa ha strappato un pallone decisivo che ha innescato il gol di McTominay dopo una giocata di tacco di Neres nello stretto.

L’Atalanta nella ripresa ha cercato di impostare di nuovo un ritmo elevato, il primo squillo è arrivato all’8′ quando Retegui ci ha provato con un diagonale terminato però alto. Il pareggio nerazzurro, al 10′, è stato frutto di una giocata personale di Lookman: prima il dribbling su Politano, poi il gol in mezzo a quattro giocatori. I padroni di casa hanno cercato di spingere per trovare la terza rete, ma la squadra di Conte ha atteso fino al 33′ quando Lukaku, sul pallone di Anguissa, ha trovato il definitivo sorpasso. Sesta vittoria consecutiva per il Napoli, ora a quota 50 e a +7 sulla Dea terza.

Vittoria per il club bianconero

Dopo tre pareggi consecutivi, la Juventus è tornata alla vittoria in campionato. La squadra allenata da Thiago Motta ha sconfitto in casa il Milan per 2-0: i bianconeri non vincevano in casa contro il Diavolo dal novembre 2019.

Contrariamente a quanto era successo nella gara di andata, in questo secondo testa a testa di campionato della stagione le emozioni non sono mancate. Un primo tempo con continui capovolgimenti di fronte ha regalato spettacolo e occasioni da gol. Nei primi 45 minuti la squadra di casa è stata più propositiva con occasioni sopra la traversa di Mbangula e Koopmeiners oltre a un destro non colpito bene da Yildiz al 35′ che ha trovato la risposta di Maignan. Le occasioni più ghiotte della prima frazione sono state però di marca rossonera: al 18′ una conclusione di Reijnders all’altezza del dischetto del rigore ha trovato lo sbarramento di Locatelli, mentre al 26′ Di Gregorio ha effettuato una grande respinta su Leao ed Hernandez ci ha provato due volte trovando ancora l’opposizione del muro difensivo juventino. All’8′ del secondo tempo è stato Maignan l’assoluto protagonista capace di salvare la porta milanista due volte in pochi secondi, prima su un diagonale di destro di Weah e poi su una conclusione a botta sicura di Koopmeiners.

Il portiere francese del Milan non è invece riuscito a far nulla al 14′ sul destro di Mbangula sporcato dal tocco decisivo di Emerson Royal che lo ha messo fuori causa regalando il vantaggio ai padroni di casa. Uno-due micidiale della Juventus che cinque minuti più tardi ha raddoppiato con Weah, servito da Thuram, bravo a puntare Tomori e con un sinistro in diagonale a battere l’estremo difensore ospite. Un gol arrivato a 25 anni dalla doppietta messa a segno da papà George contro la Juventus a Torino. Conceicao prova ancora una volta a ribaltarla con i cambi ma a differenza di quanto successo in Arabia Saudita, i bianconeri non si fanno più riprendere e tornano a respirare aria di Champions.

Gli Azzurri fermati dal Lecce

Punti pesanti per il Lecce di Giampaolo, che ritrova la vittoria passando 3-1 a Empoli. Al Castellani, la formazione salentina sfodera una prova di carattere, coronata dalla doppietta di Krstovic e dalla rete di Morente. La squadra di Giampaolo mette subito le cose in chiaro.

Dall’altra parte, invece, si vede un Empoli decimato dagli infortuni (out anche Ismajli al 21′), ma troppo distratto e sotto ritmo. All’intervallo il 2-0 per il Lecce lsta persino stretto agli ospiti, più volte vicini al terzo gol. Dopo sei minuti apre le marcature Tete Morente su assist di Pierotti. All’11’ è il turno di Krstovic, lesto a punire la dormita della difesa avversaria sulla rimessa laterale, battuta rapidamente ancora da Morente. Giallorossi che sbloccano subito il match al minuto 6′ con Morente, che sfrutta l’assist di Pierotti e batte Seghetti, poi al minuto 11′ è Krstovic a ricevere da Morente stesso ed a siglare lo 0-2 sotto la traversa.

All’intervallo il Lecce è avanti di due gol e la gara sembra indirizzata in un binario ben chiaro. A inizio ripresa l’Empoli riapre subito la gara: al 2′ minuto Cacace mette dentro di testa una torre di Gyasi.

Dopo una lunga girandola di sostituzioni, gli azzurri tornano a farsi vivi al 40′ della ripresa con Colombo, bravo in questo caso Falcone a deviare in corner sul sinistro potente sul primo palo. I toscani però non hanno molte energie e all’inizio del primo dei quattro minuti di recupero Krstovic trova una doppietta con un sinistro meraviglioso che si infila all’incrocio al termine di un’azione in contropiede. Il gol viene assegnato dopo la verifica del Var per una posizione di fuorigioco di Dorgu, autore dell’assist. E alla fine esultano i mille tifosi del Lecce che trovano una vittoria davvero pesante.

I nerazzurri vincono il match

Dopo la sconfitta nel derby di Supercoppa Italiana, l’Inter riparte con una vittoria a Venezia in campionato. I nerazzurri la sbloccano con Darmian al 16′ in tap in e sfiorano il raddoppio nella ripresa, in cui però rischiano con le conclusioni di Doumbia, Busio (sul palo) e Pohjanpalo. Al “Penzo” finisce 0-1. Simone Inzaghi – che manda in campo Asllani al posto dell’infortunato Çalhanoglu e, là davanti, vara la coppia Lautaro Martinez-Taremi con Marcus Thuram, ancora non al meglio, in campo d subentrato – sale a 43 punti con una vetta sempre più a portata di mano.

Ha tanti assenti l’Inter, ma la formazione che schiera Inzaghi è comunque di alto livello. La partita è bella. Perché il Venezia, al netto di una posizione di classifica deficitaria, gioca davvero bene e soprattutto ci prova quando ha il pallone tra i piedi. L’Inter fa la partita e sfrutta anche un Lautaro in buona giornata. Il ‘Toro’ di Bahia Blanca vuole il gol, ci prova, non lo trova, ma lo propizia al 16′ con una grande giocata. L’imbucata è buona, Lautaro si infila, fa un aggancio da maestro e calcia in porta, Stankovic è un portento, respinge da due passi, ma Darmian è solo e non può sbagliare, 1-0.

L’Inter vuole il raddoppio, ma non lo trova. Un po’ per l’imprecisione di Taremi, altra prestazione insufficiente, e un po’ perché Stankovic è davvero bravo. Prima Sommer era stato straordinario su un colpo di testa straordinario di Doumbia. Ma le parate di Stankovic sono state di più, quella su Frattesi (entrato insieme a Thuram) è da rivedere un paio di volte, per capire la portata dell’intervento. Al 91′ occasione clamorosa per il Venezia, Pohjanpalo si trova un pallone d’oro, ma calcia in modo centrale e debole. Sommer blocca. Il Venezia tiene bene il campo, mentre la formazione ospite fallisce a piu’ riprese il colpo del ko. Al 67′ il neoentrato Frattesi viene servito in profondita’ da Lautaro con un assist illuminante: l’italiano si fa ipnotizzare da Stankovic. Il Venezia prende allora fiducia, mentre l’Inter soffre nel finale. L’ultimo brivido della partita e’ il tiro centrale di Pohjanpalo in pieno recupero, bloccato da Sommer per aprire la festa nerazzurra.

I Partenopei hanno ancora la meglio

Il Napoli vince ancora allo stadio Diego Armando Maradona. Superato anche il Verona, al termine non di una partita ma di una settimana particolarmente delicata: quella della separazione, ormai apparentemente inevitabile, tra il club azzurro e Khvicha Kvaratskhelia – niente ultimo saluto per lui.

Si conclude 2-0 per la squadra di Conte ma la differenza di caratura tecnico-tattica e perfino di condizione atletica tra le due squadre è ben più evidente di quel che dica il punteggio. Il Napoli domina in lungo e in largo, sembra quasi che la squadra di Conte si diverta a provare le giocate e mostra anche un accanimento sul piano agonistico che sicuramente rende felice il suo allenatore. Il Napoli è molto aggressivo sin dalle prima battute di gioco e costringe subito il Verona a chiudersi nella propria area di rigore a difesa della porta di Montipò. Il disegno difensivo della squadra di Zanetti subisce però un duro colpo dopo soli 4′ perché il Napoli passa in vantaggio.

Il Napoli nel prosieguo della prima frazione di gioco costruisce altre due limpide occasioni di gol, prima con Anguissa e poi con MacTominay che concludono sopra la traversa, pur trovandosi entrambi a quattro o cinque metri dalla linea di porta. L’aggressività della squadra di Conte è ancor più intensa all’inizio della ripresa e il Verona resta schiacciato nella morsa degli avversari senza riuscire a mettere il naso fuori dalla propria metà campo. Al 16′ gli azzurri trovano il raddoppio con Anguissa che scambia con Lukaku e dal limite dell’area di rigore fa partire un tiro di sinistro che si infila alla sinistra di Montipò. Conte a questo punto dà spazio ai giocatori della panchina e fa entrare Mazzocchi, Raspadori, Ngonge e Simeone. Anche Zanetti tenta di cambiare l’equilibrio della sfida con le sostituzioni, ma i toni agonistici della gara si abbassano progressivamente senza che le squadre riescano a creare grandi problemi alle avversarie, tranne una conclusione di Ngonge a quattro minuti dalla fine che sfiora la traversa. Il Napoli, che è atteso da un mini ciclo di ferro con Atalanta, Juventus e Roma da affrontare una dopo l’altra, ottiene lo scopo di confermare la propria posizione al vertice della classifica e dà buoni motivi il pubblico del Maradona per cominciare a rassegnarsi all’idea di dover salutare Kvaratskhelia senza troppi rimpianti.

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