Atalanta da apprezzare fino all’intervallo (2-0), poi tutti in vacanza e vincono gli emiliani. Dopo il minuto di silenzio per Nino Benvenuti, icona dello sport italiano, lo stadio si accende con le bandierine della Nord, il profilo di Bergamo Alta costruito con i cartoncini in tribuna Rinascimento e un bandierone nerazzurro in Sud. E fanno un bel baccano anche i tifosi del Parma, che alla fine si godranno l’impresa.
Per fortuna la retrocessione s’è decisa altrove (a Empoli, dove i padroni di casa sono franati in B), altrimenti chissà che polemiche. Si, perché contro il Parma – che, precisiamo bene, si sarebbe salvato anche perdendo a Bergamo – l’Atalanta ha giocato (bene) per un tempo, poi non è più rientrata dagli spogliatoi. Di giudicabile ci sarebbero solo i primi 47’: 2-0 con doppietta di Maldini. Poi la squadra, partita con diversi big a riposo (ma meno che dal Genoa, dove alla fine s’è vinto) ha evidenziato un calo di concentrazione comprensibile quanto vistoso. E l’inserimento dei titolari (Lookman, Ederson, Pasalic) non ha migliorato le cose. Così il Parma ha ribaltato la partita (0-3 la ripresa), rendendola ingiudicabile.
Se Maldini è questo, viva Maldini! Beh, se Maldini è questo, viva Maldini. Le sue qualità calcistiche erano note, il suo atteggiamento in campo sempre discutibile. Stavolta, invece, il ragazzo ha fatto la differenza. Di fronte a papà Paolo e mamma Arianna, Maldini ha segnato due gol in due minuti, il primo arrivando in spaccata su un cross dal fondo, il secondo in fotocopia al gol di Genova. Ha anche perso i soliti palloni che gioca con troppa leggerezza, ma lo si è visto più applicato del solito. E, soprattutto, è stato interessante vederlo nel suo ruolo e non da centravanti, dove Gasperini l’ha quasi sempre proposto. Lì, da punta esterna, da trequartista che gioca largo per rientrare faccia alla porta a cercare il tiro, un Maldini con lo spirito «da Atalanta» ci potrebbe anche dare una mano in futuro. Il saluto finale dello stadio (rivali compresi) a Rafa Toloi è stato una delle cose più belle di tutta l’annata. Il difensore italo-brasiliano si è congedato dall’Atalanta dopo 10 stagioni e 313 partite da nerazzurro (6° di sempre), 253 delle quali in Serie A (4° di sempre). Toloi, 35 anni il prossimo ottobre, è arrivato a Bergamo nel 2015, l’anno prima di Gasperini, ha esordito da titolare segnando di testa a Empoli (1-0) ed è diventato il primo terzino-centrocampista del calcio italiano. Ma, soprattutto, Rafa Toloi si è comportato – ogni giorno, per dieci anni – in modo irreprensibile. Pochi hanno meritato quanto lui un saluto così emozionante. In patria potrebbe giocare un altro anno, poi sarà l’ambasciatore dell’Atalanta in Brasile.