Solo un punto per l’Empoli

Si conclude 0-0 al Castellani fra Empoli e Frosinone. Un passettino in classifica per Nicola e Di Francesco, che lascia un po’ di amaro in bocca perché vedono il Sassuolo avvicinarsi dopo la vittoria contro l’Inter di ieri sera e quella in contemporanea del Verona, che si stacca di due punti che li inchioda appaiati al quartultimo posto, in attesa dell’Udinese che stasera va a Napoli.

Prima scintilla del Frosinone al 5’, con Soulé che in area addomestica un cambio-gioco e scarica per Mazzitelli, bel tiro di prima deviato sopra la traversa da Caprile. L’asso argentino in prestito dalla Juve sembra in gran giornata, gran serpentina in area al 12’ con tiro a giro che esce largo. Ma al 16’ è pericoloso l’Empoli con un’imbucata per Niang che tira su Cerofolini, ma in fuorigioco. Prendono coraggio i ragazzi di Nicola, con Fazzini che viene steso da Okoli provocando l’ammonizione del difensore giallazzurro. Sugli sviluppi della punizione 20’ l’Empoli segna con un tap-in di Gyasi su un gran rasoterra di Marin respinto da Cerofolini, ma il Var Irrati annulla per fuorigioco: erano tre gli azzurri oltre la linea, inspiegabile come non si sia alzata la bandierina del secondo assistente Perrotti. Il Frosinone chiude in avanti il primo tempo, da segnalare due buone iniziative di Cheddira largo a sinistra e si accentra per il tiro a giro, prima fuori e poi respinto in tuffo da Caprile.

Nella ripresa le prime mosse sono di Nicola, che al 10’ sostituisce Grassi con Maleh e uno spento Niang con Caputo. Il match continua a essere molto equilibrato e tattico ma mai noioso. Al 17’ da segnalare una ripartenza Empoli causata da un errore di Valeri, che poi è costretto al fallo su Fazzini lanciato: giallo sacrosanto. Risponde il Frosinone al 19’ con un’iniziativa di Brescianini che entra in area e mette in mezzo per Cheddira, il quale prova un colpo di tacco murato da Ismajli.

Match non molto entusiasmante in chiave salvezza dato che per i toscani sarebbe stato importante conquistare i tre punti.

Pareggio per Roma e Juventus

Pur avendo cercato la vittoria, Roma e Juventus hanno fatto un passetto verso lo stesso traguardo con l’1-1 all’Olimpico nella partita più attesa della giornata.

Il punto conquistato non è da buttare per De Rossi, ma di certo Allegri, che pure vincendo avrebbe blindato il posto Champions, lo accetta con maggior tranquillità, specie considerando il periodo non certo esaltante dei suoi.

De Rossi ha tenuto a riposo Mancini e Smalling, mettendo in campo Ndicka e LLorente davanti a Svilar, Angelino a sinistra e Kristensen a destra, confermando in avanti Dybala e Lukaku sostenuti da Baldanzi. Allegri, senza Yildiz e Alex Sandro, ha dato spazio a Chiesa, il migliore dei suoi, accanto a Vlahovic, e a Weah. E’ stata del serbo, non certo in un periodo prolifico, a dare il la alla partita con un pericoloso tiro al 7′, mentre Kristensen ha risposto al 12′ con un colpo di testa che si è stampato sulla sulla traversa su cross di Angelino.

L’1-1 ha rispecchiato abbastanza l’andamento della gara, con la Roma più in controllo palla e la Juve più trattenuta.

Dybala è rimasto in panchina nella ripresa, sostituito da Zalewski, e subito Chiesa si è preso tutta la scena con un tiro da fuori area che Svilar, graziato, ha potuto solo vedere stamparsi sul palo alla sua sinistra. L’assenza dell’argentino ha un po’ pesato sulla manovra Roma, mentre si è alzato il livello agonistico, con qualche intervento duro di troppo: quando Weah ha abbattuto Paredes a centrocampo, Allegri ha preferito sostituirlo con Kostic. I bianconeri hanno preso un po’ il sopravvento, sempre alimentati da Chiesa, e Rabiot, ma la Roma ha sfiorato due volte il vantaggio poco dopo il 20′, con Pellegrini e Kristensen, i cui tiri sono stati deviati un po’ fortunosamente in corner.

Fuori anche Lukaku, sono entrati per l’ultima mezz’ora Abraham e Azmoun, e la Roma ha rialzato il baricentro, mentre per l’ultimo quarto d’ora Allegri ha inserito Milik e Kean per Chiesa, stremato, e Vlahovic e De Rossi ha richiamato Pellegrini dando spazio a Bove. La Roma che è stata salvata nel finale da Svilar per due paratone, su tiro ravvicinato di Locatelli al 34′ e colpo di testa di Kean al 44′, mentre il ‘solito’ gol nel recupero stavolta non è arrivato, complice una doppia incertezza di Abraham. E allora, restano tre giornate calde, più una di coppa, per svoltare la stagione.

Milan ancora senza vittorie

Un lungo mese senza vittorie per il Milan che non va oltre il pari contro il Genoa, recupera due volte lo svantaggio, si porta avanti o poi cede nel finale. Si gioca nel clima surreale di un San Siro silenzioso nonostante 72 mila tifosi riempiano gli spalti. La Curva Sud fa sciopero e sembra di essere al Ferraris invece che al Meazza.

I tifosi rossoneri devono accontentarsi di un altro pari, questa volta contro l’ottimo Genoa di Gilardino.

Dopo appena 4′ Tomori stende in area Vogliacco. L’arbitro non ha esitazioni ed indica il dischetto. Retegui non sbaglia e il Genoa si porta in vantaggio. Il Milan è costretto a rincorrere.

Pulisic è l’unico in grado di spaventare il Genoa, prima con il palo colpito al 14′ poi con la conclusione alla distanza al 38′ neutralizzata da Martinez in tuffo.

La partita di Leao è – ancora una volta – al di sotto delle aspettative. Al 26′, lanciato a rete, si fa recuperare da un prodigioso intervento di Vasquez e dieci minuti più tardi la sua iniziativa personale si spegne con un tiro troppo debole e centrale. Non a caso, a riportare il punteggio in parità ci pensa Florenzi che, libero in area, incorna un bel cross al centro di Chukwueze e torna al gol dopo 728 giorni.

Ad inizio ripresa arriva un’altra doccia fredda. Cross di Vogliacco, Ekuban di testa ha la meglio su Gabbia e batte Sportiello. Al 7′ Chukwueze trova il pari ma la sua posizione è in fuorigioco. I vani tentativi di Leao vengono accompagnati dai fischi di San Siro, ormai insofferente alla mancanza di continuità del portoghese. Così Pioli decide di sostituirlo, cosa assai rara in questa stagione, per Okafor.

Dai piedi dello svizzero arriva un assist con il contagiri per Giroud che incredibilmente non impatta. Anche Ibrahimovic in tribuna alza gli occhi al cielo sconsolato. Serve un’altra volta l’intervento dei difensori per trovare il pari: al 27′ cross di Florenzi e colpo di testa vincente di Gabbia. Il Milan rincuorato si proietta in attacco e finalmente al 30′ Giroud ritrova il feeling con il gol e, scovato da Pulisic libero in area, conclude di sinistro festeggiando una rete che mancava da un mese.

A dieci minuti dalla fine e con il Milan in vantaggio, la Curva Sud abbandona lo stadio continuando la protesta ma quasi presagendo che di lì a una manciata di minuti sarebbe arrivata l’ennesima beffa. Nel recupero cross di Thorsby e malinteso tra Tomori e Thiaw che manda involontariamente in rete. La stagione del Milan sta scivolando verso la conclusione, senza obiettivi da raggiungere e si vede.

Juventus e Milan si accontentano di un punto.

La Juventus non sfonda e continua a non vincere, il Milan si salva e mantiene il +5: la sfida per il secondo posto si chiude sullo 0-0, con le distanze che rimangono invariate. Il punto sta molto più stretto ai bianconeri che alla squadra di Pioli che trova nel portiere di riserva Sportiello l’uomo in più, che merita la palma di migliore in campo.

Allegri sceglie Yildiz e non Chiesa per affiancare Vlahovic, il turco torna titolare dopo oltre due mesi di attesa. L’altra novità riguarda il centrocampo, dove viene sacrificato McKennie per far posto a Weah e spostare Cambiaso in mezzo con Locatelli e Rabiot.

I bianconeri diventano più offensivi e anche più pericolosi spinti dai 40-mila dello Stadium, ma Sportiello si oppone anche al colpo di testa del polacco. Pioli inserisce Bennacer e Okafor, il suo Milan crea soltanto una mischia davanti alla porta di Szczesny ma senza riuscire a calciare. Per gli ultimi dieci minuti Allegri richiama Yildiz e lo sostituisce con Miretti, il Milan si salva anche all’85’ con Thiaw che respinge sulla linea la deviazione di Rabiot. Nel recupero non succede più nulla, la Juve allunga la sua serie negativa: la squadra di Allegri ha vinto soltanto una delle ultime 13 gare di campionato e ora rischia l’aggancio del Bologna impegnato contro l’Udinese. Lo 0-0 dello Stadium lascia più sorrisi al Milan, che si tiene stretto il secondo posto nonostante una gara di sofferenza e in emergenza.

Napoli e Roma chiudono in pareggio

Si conclude con il punteggio 2-2 una partita in cui la squadra di Calzona, riapparsa concentrata e aggressiva dopo i due giorni di ritiro, mette a dura prova la difesa dei giallorossi che trovano nel loro portiere un baluardo pressoché insormontabile.

Svilar tiene in piedi la sua squadra per tutto il primo tempo, che si conclude a reti inviolate nonostante il dominio netto che il Napoli esercita sul campo e le numerose occasioni da gol che gli azzurri creano ma non riescono a trasformare. Il pareggio serve a mantenere la Roma alla stessa distanza dalla Roma e allontana ancor di più il Napoli dalla zona che vale l’Europa. Gli azzurri ritrovano se stessi e sul piano dell’impegno e dell’agonismo la squadra di Calzona, dopo tanto penare, sembra essersi finalmente tornata ai livelli della passata stagione.

Nel primo tempo gli azzurri vanno vicini al gol in più di una circostanza e soprattutto nell’ultimo quarto d’ora assediano la Roma nella propria area di rigore, senza consentire mai alla squadra di De Rossi di mettere la testa al di là della linea di metà campo.

E’ il Napoli a creare tanto e la Roma cerca di contenere le offensive degli azzurri con manovre articolate a centrocampo che hanno più lo scopo di raffreddare le iniziative avversarie che non di procurare pericoli per la difesa degli azzurri. Al 14′, però, la partita si sblocca. Ed è proprio la Roma a passare in vantaggio, grazie a un calcio di rigore trasformato da Dybala, che è anche il primo tiro della partita dei giallorossi nello specchio della porta. Il Napoli reagisce a dopo 4′ trova il gol del pareggio. Ci vuole la deviazione di Kristensen su un tiro dalla media distanza di Olivera, incuneatosi centralmente in area di rigore, per battere l’insuperabile Svilar. La palla si impenna in maniera innaturale e scavalca il portiere giallorosso. Il Napoli continua a imperversare nella metà campo avversaria alla ricerca del gol del vantaggio. Le occasioni per gli azzurri arrivano a ripetizione mentre la Roma costruisce una sola buona opportunità con un tiro di Pellegrini deviato da Meret. Al 38′ gli azzurri trovano il gol del vantaggio con un rigore trasformato da Osimhen. E’ Kvaratskhelia a procurarselo con una caparbia azione sulla riga dell’area. Sanches gli tocca una gamba. Sozza prima fa continuare ma viene poi richiamato al video dal Var e concede il rigore. Per gli azzurri l’impresa sembra compiuta ma al 44′ su calcio dalla bandierina Ndicka colpisce di testa e Abraham devia il pallone in rete.

Finisce con l’ennesima delusione per i tifosi del ‘Maradona’ che durante l’intero arco della partita avevano fatto partire cori di contestazione nei confronti della società e del presidente De Laurentiis ma che questa volta, però, non possono contestare i giocatori, autori di una prestazione eccellente. La vittoria svanita è solo l’ennesima conferma di una stagione nata male e che si avvia a finire perfino peggio di come era cominciata.

[COPPA ITALIA] Juventus e Atalanta volano in finale

Gara avvincente all’Olimpico con la doppietta di Castellanos a mettere la Juventus alle corde. Allegri gioca il jolly dalla panchina con la rete di Milik, perfetto nell’insaccare a porta vuota un tiro-cross di Weah, anche lui subentrato a gara in corso. Nel finale non succede più nulla e le speranze della Lazio di agguantare la finale di Coppa Italia si infrangono sul muro eretto dai bianconeri a difesa del 2-1.
La terza vittoria casalinga consecutiva della Lazio sulla Juventus tra campionato e coppa non serve a nulla per la squadra di Tudor. A gioire sono i bianconeri che agguantano la finale della coppa nazionale numero 22 in tutta la propria storia. I torinesi sfideranno l’Atalanta nella finale della competizione nazionale.

A Bergamo l’Atalanta vince 4-1 contro la Fiorentina nella semifinale di ritorno di Coppa Italia. All’andata era finita 1-0 in favore dei Viola.

La Dea, battuta 1-0 all’andata al Franchi, ha sconfitto 4-1 la Fiorentina al ritorno. Koopmeiners sblocca subito il match all’8′, poi a inizio ripresa la Viola rimane in 10′ per il rosso a Milenkovic (fallo su Scamacca lanciato a rete). I toscani ci mettono il cuore e pareggiano con il colpo di testa di Martinez Quarta (68′). Al 75′, però, Scamacca si inventa il 2-1 con una splendida semirovesciata, poi quando i supplementari sembravano a un passo il diagonale di Lookman al 95′ decide la qualificazione. Pasalic fa poker al 98′ con tutta la Fiorentina sbilanciata in avanti.

Quindi i bergamaschi passano il turno e accedono alla finale in programma il 15 maggio a Roma, in cui se la vedranno con la Juventus.

Empoli OK sul Napoli

L’Empoli ritorna alla vittoria davanti al proprio pubblico e lo fa contro un Napoli venuto in Toscana per cercare punti per l’Europa.

Un Napoli irriconoscibile, forse uno dei più brutti visti finora in questo campionato. Una prestazione forse più insufficiente di quella dell’andata al ‘Maradona’, quando i toscani vinsero 1-0 con gol nel finale di Kovalenko, che non è andata giù ai tanti tifosi presenti al ‘Castellani’, in silenzio per 15′ a inizio partita, quindi pronti a fischiare all’intervallo e infine decisi nell’accusare la squadra alla fine.

I partenopei all’inizio tengono il pallino del gioco con Lobotka, Anguissa e Zielinski, molto bravi a metà campo, ma l’Empoli le sue sgroppate in avanti le fa da subito e viene premiato quando un tocco di Fazzini per Gyasi permette all’ex Spezia di crossare per il solo Cerri in area di rigore.

L’Empoli, invece, si fa molto spesso pericoloso rischiando al 35′ di sfiorare il 2-0 con Cambiaghi che, pescato da Niang in area, calcia di sinistro colpendo l’esterno dell’incrocio dei pali. Non è un caso che al termine del primo tempo il Napoli venga sonoramente fischiato dai suoi tifosi.

L’Empoli chiude con il risultato di 1 – 0 che consente di guadagnare tre punti pesantissimi in chiave salvezza. Per il Napoli l’obiettivo Europa è sempre più difficile.

L’Inter, campione d’Italia, vince lo scudetto

L’Inter batte il Milan e conquista il titolo di Campione D’Italia. Si tratta del ventesimo scudetto della storia nerazzurra.

Il derby è ancora dell’Inter perché regala agli uomini di Simone Inzaghi la certezza dello scudetto, il ventesimo della storia interista. Un trionfo storico, visto che mai la vittoria di un tricolore era arrivata in una stracittadina. Decisive le reti di Acerbi e Thuram, con i rossoneri che hanno provato nel finale a rimontare dopo il gol di Tomori, ma non hanno avuto la forza per andare a caccia del pareggio in un finale tesissimo che ha portato a tre espulsi.

Una sfida vinta ancora da Inzaghi contro Pioli e a nulla sono servite le contromosse del tecnico rossonero, che ha provato la difesa a tre con Leao da centravanti.

Nel finale il Milan non ha le forze per andare all’assalto a caccia del pareggio, con gli ultimi minuti che si trasformano in una corrida: espulsi Theo Hernandez e Calabria tra i rossoneri, Dumfries tra i nerazzurri.

L’allenatore si è messo la corona sul capo il giorno del derby, sancendo un successo che diventerà un mito da raccontare. E al triplice fischio la festa interista può scatenarsi.

[UEFA Europa League] Roma e Atalanta conquistano la semifinale

Una Roma concreta e convincente vola in semifinale di Europa League, nel solito Olimpico sold out. Nei primi venti minuti i giallorossi mettono alle corde il Milan e ottengono la qualificazione con i gol di Mancini e Dybala, ma poi dalla mezz’ora restano in dieci per il fallaccio di Celik su Leao e sono costretti a dover resistere per tutto il match agli attacchi veementi dei rossoneri facendo anche a meno dei muscoli di Lukaku fuori per infortunio.

Le dichiarazioni di De Rossi: “Un orgoglio allenare questa Roma”. “Per eliminare una squadra come il Milan serve l’eccellenza, serviva un grande cuore una volta in dieci. C’era da fare una partita intelligente oltre che di corsa e i ragazzi sono stati bravi. E’ un orgoglio essere l’allenatore di una squadra così perché non era facile contro questo Milan”.

Secondo Pioli: “Fuori con rimpianti, Roma avanti con merito” – “Andiamo via con tanti rimpianti, la Roma ha passato il turno meritatamente”.

Forte dei tre gol di vantaggio di Anfield, l’Atalanta perde di misura nel ritorno dei quarti di Europa League col Liverpool centrando la seconda semifinale europea della sua storia a 36 anni dalla precedente, quella mitica col Malines in coppa Uefa dopo aver battuto lo Sporting Lisbona. Presenza significativa allo stadio di Bergamo in festa, il capitano di allora Glenn Stromberg, acclamato dai tifosi prima del calcio d’inizio. Sette minuti, compresi il paio per il check, e la strada si fa in salita per i bergamaschi. Il braccio largo di Ruggeri su palla di Alexander-Arnold dal lato corto provoca il penalty realizzato dall’egiziano spiazzando Musso, lasciando ai Reds due gol da recuperare e tre per ribaltare il risultato dell’andata.

Inter e Cagliari si accontentano di un pareggio

Straordinario Cagliari, che va sotto due volte in casa dell’Inter e due volte recupera, con Shomurodov e Viola, portando a casa un 2-2.

Ranieri adotta una difesa a tre, affiancando a Mina, capitano, Hatzidiakos e Obert, mentre davanti Oristanio, messo ko da una tonsillite, lascia spazio a Jankto, che va ad aggiungersi a Shomurodov e Luvumbo. Proprio l’angolano, all’11’, con un sinistro a giro va a sfiorare il palo. Ma un minuto dopo, passa l’Inter: imbucata di Darmian per Sanchez, palla all’indietro e gol facile facile di Thuram.

Il Cagliari reagisce e ancora Luvumbo (al 17′) chiama all’intervento Sommer e poi (23′) manda di poco fuori con un tiro-cross. Al 26′ buona palla per Shomurodov, ma il suo mancino da dentro l’area non impensierisce troppo Sommer. Al 28′ il colpo di testa vincente di Barella, ma il cagliaritano è in fuorigioco. Subito dopo Jankto viene richiamato in panchina da un Ranieri non proprio soddisfatto dalla prova del ceco, sostituito da Prati. Il Cagliari chiude all’attacco, ma va all’intervallo sotto di un gol.

Nella ripresa, l’Inter parte forte alla ricerca del 2-0, ma sbatte su Scuffet, che chiude la porta a Dimarco e Calhanoglu. E al 20′ il Cagliari pareggia: lancio di Augello, sponda di Luvumbo e Shomurodov, col destro, infila l’1-1. Gelo a San Siro, ma al 27′ l’arbitro Fourneau prima concede ai padroni di casa un angolo più che dubbio e poi considera volontario un tocco in area con la mano di Mina: Calhanoglu, dagli undici metri, insacca, nonostante il tocco di Scuffet. Ranieri corre ai ripari, inserendo Lapadula, Viola e Zappa per Shomurodov, Luvumbo e Di Pardo.

Al 37′, proprio Lapadula e Viola confezionano il 2-2: l’italo-peruviano tocca dentro l’area e il numero 10 di sinistro insacca. Il Cagliari crede nel colpaccio e al 40′ ancora Viola, col mancino, va a sfiorare il palo. Finale al cardiopalma, Hatzidiakos è costretto a chiedere il cambio, al suo posto Wieteska.

Al 50′ l’occasione del colpo sulla testa di Viola, dopo il contropiede di Lapadula, ma Sommer para. Dopo oltre 5′ di recupero, Inter e Cagliari finisce 2-2.

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