Solo un pari per il club bianconero

La Juventus pareggia 1-1 a Lecce, raggiunta nel recupero da un gol dell’ex rossonero Rebic quando si sentiva in tasca i tre punti dopo la rete di Cambiaso, un cui tiro deviato da Gaspar beffa Falcone al 23′ st. Il club bianconero vede sfumare la vittoria al Via del Mare contro il Lecce in pieno recupero. Nel primo tempo i bianconeri avevano anche colpito due pali con Thuram e Conceicao. La squadra di Giampaolo nel secondo tempo è riuscita a mettere in netta difficoltà la Juventus riuscendo a trovare al minuto 93, a uno dalla fine, il gol del pareggio grazie a Rebic.

La Juventus si presenta al Via del Mare con la solita emergenza di formazione visti i tanti infortuni degli ultimi mesi. Il Lecce reagisce cercando di uscire alla distanza e si rende pericoloso con più di qualche cross del solito Gallo da sinistra scatenato. La squadra di Thiago Motta gestisce molto bene il possesso palla. Nonostante questo la Juventus non è in grado di creare occasioni nette nella seconda parte del primo tempo. Un sussulto su gol annullato a Weah per fuorigioco di Locatelli nella stessa azione. Conceicao impegna Falcone con il sinistro: sulla respinta l’americano è il più veloce di tutti e insacca, ma c’era un fuorigioco precedente di Locatelli all’inizio dell’azione. Il Var conferma la decisione presa in campo. Si chiude così 0-0 il primo tempo con una Juve che spinga ma il Lecce fa buona guardia in fase difensiva.

Nella ripresa la Juventus prova a proseguire la partita con lo stesso ritmo dei primi 45 minuti ma il Lecce sembra aver trovato le misure. La squadra di Giampaolo è aggressiva e riesce a mettere in difficoltà gli uomini di Motta. Nonostante ciò Cambiaso avvia la transizione della Juve e allarga per Conceicao a destra. Il portoghese prova il suggerimento a rimorchio per Koopmeiners, ma il tiro dell’olandese è deviato in angolo dalla difesa di casa. La Juventus però deve fare attenzione a questo Lecce entrato in campo con la giusta aggressività.

Perin blocca ancora a terra ma è tutto un altro Lecce. Nel momento migliore dei padroni di casa arriva però il gol di Cambiaso che tira da fuori di sinistra trovando la rete anche grazie alla deviazione decisiva di Gasper. È 0-1.

I partenopei mantengono il primato

La capolista centra l’ennesimo successo esterno, il quarto in questa stagione, a Torino, si conferma in vetta alla classifica a quota 32 in assoluta solitudine ed allunga sulla Lazio (ko a Parma). All’Olimpico Grande Torino decide un gol di McTominay: un’altra vittoria di misura, ma stavolta un successo che sarebbe potuto essere molto più largo per i partenopei. L’importante è avere chiuso la pratica Torino, confermandosi in testa al campionato e dimostrando ancora una volta di essere una squadra solida, capace di blindare la porta di Meret per la nona volta in questa stagione.

Il Torino inizialmente prova a ingabbiare la capolista, gioca alto, rischia l’uno contro uno in difesa e prova a raddoppiare gli esterni azzurri con l’aiuto del folto centrocampo disegnato come al solito da Vanoili. Conte risponde con le solite armi fatte di densità, possesso aggressione e sopratutto tanta riaggressione e se non fosse stato per qualche – insolita distrazione della retroguardia azzurra avrebbe rischiato poco o nulla. I granata si piazzano con un 3-5-2 molto duttile in cui Ricci è il regista che guarda alla distanza il dirimpettaio Lobotka. Il primo squillo è di marca piemontese: pronti via ed Adams, su splendido assist di Gineitis, la incorna sfruttando anche una distrazione di Buongiorno, ma apre troppo il compasso. Il Napoli prende le misure e comincia a macinare il suo gioco, sopratutto sulle fasce con Poliutano e sopratutto Kvaratskhelia. Ma il grimaldello resta sempre McTominay.

La capolista prende in mano il pallino del gioco, e con una pazienza serafica comincia a tessere le sue trame costringendo alle corde e prendendo per le corna il Toro. La partita è viva, aperta, vibrante con ribaltamenti di fronte da una parte e dall’altra. Kvara costringe al giallo i suoi due mastini e Vanoli nell’intervallo lascia negli spogliatoi Pedersen per evitare il rischio espulsione (al suo posto Lazaro). La ripresa si apre con un’incursione di prepotenza di Lukaku che si sbarazza di Coco e calcia alto dai 25 metri. Il toro prova con i lanci lunghi, ma Conte deve essersi fatto sentire negli spogliatoi dai suoi difensori. Sta di fatto che la nuova strategia dei padroni di casa favorisce le ripartenze azzurre con McTominay che gioca a tutto campo e Lukaku salta anche Milinkovic Savic per poi appoggiare di tacco a Politano. Il Napoli domina. Kvara agisce anche per vie centrali chiede spesso il dai e vai con Lukaku ed è un pericolo costante nella retroguardia di Vanoli. Alla mezzora il solito valzer di panchine con Vanoli che prova a cambiare l’inerzia del match inserendo altre forze fresche e Conte che risponde inserendo Spinazzola e cambiando pelle al Napoli: la squadra si piazza con il 3-5-2 che in fase di non possesso porta 5 difensori davanti a Meret. Lukaku in contropiede sfiora il raddoppio (35′) e trova il corner. E in pieno recupero Simeone cno il destro esalta Milinkovic Savic e Neres raddoppia ma in fuorigioco. Il Napoli mantiene il comando.

Un pareggio importante per gli Azzurri

Gli Azzurri allungano la striscia positiva col 5/o punto in tre gare, mentre i friulani, dopo le sconfitte con Venezia, Juventus e Atalanta, tornano a muovere la classifica. Si conclude 1-1 tra Empoli e Udinese, un gol per tempo con i padroni di casa in vantaggio con Pellegri e poi raggiunti dal centravanti dei friulani Davis.

Il primo tempo si chiude con un Udinese in netto vantaggio nel possesso palla, con il 67% (salirà al 70% a fine gara) contro il 33% dell’Empoli, ma è tutto merito del vantaggio dei toscani firmato da Pietro Pellegri. Il centravanti in prestito dal Torino segna il terzo gol consecutivo in tre gare, dopo Como e Lecce, castiga anche l’Udinese.

L’Empoli reagisce con tiro-cross morbido di Colombo che colpisce la parte alta della traversa ed esce, poi al 22′ Cacace, per la prima volta schierato titolare nell’inedita posizione di trequartista di sinistra, si rende pericoloso col suo mancino, ma è tutto facile per Okoye. Al 23′ lo stesso Cacace serve una palla a limite per Pietro Pellegri che controlla, sistema la sfera e si gira appena infilando sulla destra il portiere udinese. Gol molto bello, da vero centravanti. Un vantaggio meritato per i padroni di casa e un record per Pellegri, mai a segno con tre gol nei suoi precedenti campionati, qui a Empoli li ha fatti nell’arco delle ultime tre partite.

Dopo aver completato la rimonta i friulani insistono, mettendo alle strette l’Empoli che non sa reagire e non riesce più a uscire con concretezza dalla sua metà campo. Gli ospiti ci provano fino all’ultimo in cerca dei tre punti, ma non riescono a capitalizzare una evidente superiorità soprattutto atletica, con l’Empoli in emergenza anche per le tante assenze. Finisce al 94′ con il pareggio: terzo risultato utile consecutivo per i toscani, mentre i friulani stoppano il digiuno di punti dopo tre sconfitte.

Cinquina dell’Inter

Cinque le reti in un tempo e i fischi del Bentegodi: una figuraccia. La ripresa è traumatica per l’Hellas Verona che crolla contro l’Inter e prova a correre immediatamente ai ripari: la squadra va in ritiro.

E’ questa la decisione della dirigenza scaligera, mentre sui social i tifosi manifestano tutto il proprio disappunto per la brutta prestazione e sul banco degli imputati torna il tecnico Paolo Zanetti. Ad annunciare il ritiro fino a data da destinarsi è stato lo stesso club gialloblù con un comunicato apparso sui canali ufficiali: “Hellas Verona FC comunica che a partire dalla serata di oggi, sabato 23 novembre, la squadra andrà in ritiro fino a data da destinarsi”.

Gara senza storia al Bentegodi. L’Inter archivia la pratica nel primo tempo aprendo le danze con Correa, poi due volte Thuram, De Vrij e Bisseck mettono la sfida in ghiaccio. Nella ripresa non succede quasi nulla, i nerazzurri si limitano a gestire e il Verona non prova mai a impensierire la retroguardia nerazzurra.

Il Verona si schiera a specchio con i nerazzurri (3-5-2). Zanetti opta per la difesa con il recuperato Dawidowicz insieme a Magnani e Daniliuc. Tchatchoua e Bradaric sugli esterni, in mediana ci sono Harroui, Belahyane e Serdar. Il tandem offensivo è formato da Tengstedt e Mosquera.

Le scelte di Inzaghi: nemmeno in panchina Lautaro Martinez, rimasto a Milano causa febbre. Al suo posto gioca Correa in coppia con Thuram. A centrocampo pesa l’assenza di Calhanoglu, sostituito da Asslani che completa la mediana con Barella e Mkhitaryan. Darmian Carlos Augusto fanno rifiatare Dumfries e Dimarco sugli esterni, mentre davanti a Sommer agiranno Bisseck, Acerbi e Bastoni.

Nonostante un avvio di gara non positivo dei nerazzurri, con il Verona per due volte vicino la rete del vantaggio, Inzaghi chiede ai suoi uomini di giocare tra le linee a centrocampo per arginare la densità del pressing avversario e di lanciare in profondità verso gli attaccanti: per tre volte consecutive l’Inter trova così la rete grazie al passaggio filtrante verso Thuram e Correa che imbucano i difensori avversari.

I partenopei conquistano i tre punti

Il Napoli di Antonio Conte si impone 1-0 grazie al classico gol dell’ex, Romelu Lukaku che al 54′ trova la rete decisiva contro una Roma che ha lottato, lasciando fare la gara al Napoli, e sfiorando il pari con Dovbyk. Il Napoli riconquista così la vetta della Serie A con 29 punti, a +1 su Atalanta, Fiorentina e Inter.

Il ritorno di Claudio Ranieri non è sufficiente per uscire indenne dal Maradona.

Ranieri, per la sua nuova prima volta sulla panchina giallorossa, lascia in panchina sia di Soulé che Dybala, ma inserisce Pellegrini a supporto di Dovbyk, con El Shaarawy e Pisilli chiamati a sostenere l’attacco. Difesa a quattro con Angelino e Celin sulle corsie laterali. Conte invece recupera Lobotka che parte titolare al fianco di Anguissa in mediana, vince il ballottaggio a sinistra Olivera, preferito a Spinazzola. In avanti Politano chiude la batteria di trequartisti al fianco di McTominay e Kvaratskhelia alle spalle di Lukaku.

Il Napoli conduce il gioco, con continui sfondamenti a destra dove la Roma soffre tanto. Ranieri ad inizio ripresa inserisce Hummels e Baldanzi ma il Napoli passa. Al 54′ bella apertura di Kvaratskhelia che pesca perfettamente Di Lorenzo: l’esterno si inserisce con i soliti tempi perfetti e serve un assist al bacio per Lukaku che in spaccata non sbaglia per l’1-0. Il Napoli trova dopo soli 8′ il gol del vantaggio che sblocca e che decide la gara. Di Lorenzo sfrutta una errata valutazione di Angelino su traversone di Kvaratskhelia, si incunea in area di rigore e serve al centro con un rasoterra Lukaku che anticipa Hummels e Svilar e devia il pallone in fondo alla rete. Al 58′ reazione immediata della Roma con Angelino che serve in maniera precisa Baldanzi ma il fantasista giallorosso conclude con un mancino alto sopra la traversa. Al 66’ i giallorossi vanno a un passo dall’1-1. Sulla punizione di Angelino arriva il colpo di testa di Dovbyk a botta sicura che si stampa sulla traversa. Nel finale i capitolini alzano il baricentro e si riversano nella metà campo del Napoli, ma i partenopei riescono a difendersi e a gestire il vantaggio portando a casa una vittoria molto importante.

Gli Azzurri conquistano un punto prezioso

Si è conclusa 1-1 la sfida del Via del Mare tra i salentini e l’Empoli. Alla rete dei toscani con Pellegri nel primo tempo, risponde nella ripresa Pierotti, subentrato nella prima frazione al posto dell’infortunato Banda. Il Lecce prova a conquistare la seconda vittoria della stagione, ma le sue speranze si infrangono sui legni.

In casa Lecce, invece, la situazione continua ad essere abbastanza critica, e quella che doveva essere la gara della svolta e del rilancio, si trasforma in un mezzo flop. Un pari che soddisfa i toscani, avanti per buona parte della gara, che si assestano verso posizioni tranquille di classifica.

Partita bloccata con le due squadre che faticano a creare occasioni da rete: ci vorrebbe una invenzione per sbloccare l’inerzia della gara. E questa scintilla arriva al minuto 33. Sgroppata di Cacace che serve al limite dell’area Pellegri, l’attaccante dei toscani vince un rimpallo e scaglia un rasoterra di destro che si insacca alla destra di Falcone, apparso sorpreso dalla conclusione. L’Empoli passa grazie alla prodezza del suo bomber. Il Lecce prova a reagire ma Krstovic, ben servito da Dorgu, invece di provare la conclusione preferisce mettere in mezzo all’area, senza però trovare nessuno dei compagni (38′). L’Empoli cerca di sfruttare al meglio le ripartenze, con gli spazi che inevitabilmente il Lecce concede, Cacace entra in area di rigore, calcia a incrociare ma il suo sinistro si stampa sul palo (57′).

Il Lecce si getta all’arrembaggio alla ricerca del pareggio, supportato anche dall’estero portato dal neo entrato Sansone. E la pressione giallorossa trova finalmente sbocco. Corre il 77′, cross perfetto dalla sinistra di Gallo per Pierotti che salta indisturbato in area empolese e trova il gol del pareggio. Cinque minuti di recupero con i padroni di casa stabilmente nella metà campo avversaria. Ma il risultato non cambia. Un pari che allunga l’evidente crisi giallorossa, con la squadra e l’area tecnica contestati a gran voce al temine della gara.

Reti e spettacolo alla Unipol Domus

Paulo Fonseca ha dichiarato diverse volte che è più difficile giocare in Italia che in Europa, dato che in campionato spesso ci sono pochi spazi e si corre anche il rischio di sottovalutare degli avversari che sulla carta sono meno forti. La trasferta in Sardegna era un test di maturità che il gruppo rossonero non ha superato. Il Cagliari scopre un nuovo goleador, Zappa. Doppietta dell’esterno destro cresciuto nell’Inter, in pieno clima derby. E rossoneri costretti al pari dopo la notte di gloria al Bernabeu. Sei gol, tre per parte, due annullati per fuorigioco ai rossoblù. Milan trascinato da Leao, autore di una doppietta. Nel Cagliari super Zappa, l’uomo chiamato insieme a Zortea a contenere le fughe del portoghese. Spettacolare il gol del pari: destro al volo su cross di Augello.

Zappa è anche uno degli autori dei gol annullati: rete azzerata da un tocco di suola di Viola in fuorigioco. Altrimenti sarebbe stata tripletta. Un pari che frena l’entusiasmo in casa Milan. E che regala al Cagliari lo stop alla serie negativa di 3 sconfitte di fila. Molti gol, ma difese da rivedere.

Camarda, classe 2008, esordisce dal primo minuto in campionato al posto di Morata con la maglia rossonera. Gioca più che altro tra Zappa e Palomino, si muove, prova a suggerisce il passaggio, ma la palla all’inizio la vede poco. Il Cagliari risponde con un suo piccolo primato: schiera in campionato il suo primo giocatore albanese, il portiere Sherri al posto di Scuffet, fuori dopo l’errore all’Olimpico.

Fonseca deluso dopo il pareggio contro il Cagliari. Milan deludente a Cagliari, 3-3 il risultato finale.

Il derby al club bianconero

Vince la Juventus un derby che si sblocca dopo il primo quarto d’ora, quando Weah si fa trovare al posto giusto per un facile tap in. Weah e Yildiz regalano un altro derby alla Juve: i bianconeri tornano ad esultare allo Stadium dopo tre pareggi nelle precedenti quattro gare interne, il Torino prosegue nel suo periodo nero e arriva a sette sconfitte nelle ultime otto partite.

Thiago Motta lancia Perin in porta e ripropone Savona come terzino destro, mentre i trequartisti alle spalle di Vlahovic sono Weah, Koopmeiners e Yildiz. Con Locatelli c’è Thuram, in difesa gioca la coppia formata da Gatti e Kalulu. Vanoli non recupera nemmeno Adams e sceglie il 3-5-1-1 con Vlasic a supporto dell’unica punta Sanabria. Walukiewicz e Masina sono i braccetti ai lati di Coco, Ilic torna titolare con Linetty e Ricci e Pedersen si conquista una maglia da titolare con Lazaro a sinistra. Il derby della Mole si è scaldato fin dalla notte tra venerdì e sabato, quando si sono verificati violenti scontri tra tifoserie: intorno all’1, nella zona della Gran Madre, un centinaio di ultras si è dato appuntamento nel cuore della movida torinese e si è affrontato con bastoni e cinghie.

Allo Stadium, la Juve parte forte e con un paio di folate di Thuram e Yildiz, il Tora alza le barricate e spazza via i palloni. Sul lato destra della difesa, però, è una sofferenza per i granata, e il vantaggio bianconero arriva al 18′: Cambiaso trova una prateria tra Walukiewicz e Ricci e arriva fino da Milinkovic-Savic, il portiere riesce a deviare ma sul secondo palo c’è tutto solo Weah che deve soltanto spingere dentro. La squadra di Vanoli non riesce a reagire, Vlasic e Sanabria sono troppo isolati e hanno pochissimi palloni giocabili, così Perin vive un primo tempo in totale tranquillità.

Nel finale, poi, c’è qualche scintilla tra Milinkovic-Savic e Gatti, con l’arbitro Sozza che riporta la calma senza cartellini. Vanoli decide di iniziare la ripresa con Gineitis al posto di Ilic, Thiago Motta invece conferma l’undici di partenza. I granata iniziano con un atteggiamento più aggressivo e conquistano subito due angoli, senza però pungere dalle parti di Perin. Al 64′ il Toro perde anche Ricci, il centrocampista lascia il posto a Njie ed entra anche Vojvoda per Walukiewicz. Il raddoppio di Weah è annullato da Sozza per un controllo di mano dell’americano, la prima mossa di Thiago Motta arriva a 18′ dalla fine e toglie Vlahovic per Conceicao.

La stracittadina è sempre colorata di bianconero, ora la Juve aspetta il big-match tra Inter e Napoli dopo aver agganciato i nerazzurri ed essersi portata a un punto dal Napoli. La Juventus con questa vittoria aggancia momentaneamente l’Inter al secondo posto a 24 lunghezze. Il Torino continua nella crisi di risultati e rimane fermo a 14 punti.

Azzurri OK e Lariani KO

Torna al successo l’Empoli battendo in casa il Como 1-0 grazie al primo gol con la maglia azzurra di Pellegri.
Quarta sconfitta nelle ultime cinque gare per il Como, dove ha guadagnato solo un punto. Empoli e Como tornano a sfidarsi in Serie A più di 21 anni dopo l’ultima volta nel massimo campionato.
Davvero poche le occasioni degne di nota nel primo tempo.

L’Empoli supera quota 600 punti, 602 per la precisione, nella sua storia in Serie A (considerando tre punti a vittoria, escluse le penalizzazioni) e torna alla vittoria dopo quasi un mese e mezzo dal successo nei sedicesimi di Coppa Italia.

Primo gol per Pellegri con la maglia dei toscani. Al 9′ altra occasione per l’Empoli con Reina decisivo. Cross dalla sinistra di Maleh, sul secondo palo Gyasi anticipa Barba e può calciare da due passi, ma l’uscita ‘a valanga’ dello spagnolo salva il risultato. Fabregas inizia a pensare a contromisure, ma nel frattempo prima De Sciglio e poi soprattutto Maleh si rendono pericolosi con conclusioni da fuori, sempre molto bravo Reina. Con il Como schierato con quattro attaccanti, dopo l’ingresso di Paz e dell’ex Cutrone, si aprono spiragli per l’Empoli, insidioso due volte con Colombo e il suo mancino, in entrambe le volte conclusioni di poco fuori. Al 90′ occasione per il Como, ma bravissimo Viti a salvare su un’azione di due ex Empoli. Finisce 1-0, con i toscani che salgono a 14 punti, lariani fermi a 9.

I rossoneri si impongono sul Monza

Il Milan ritrova il sorriso e rialza la testa dopo il ko a San Siro contro il Napoli nel turno infrasettimanale, imponendosi, senza brillare, 1-0 in casa del Monza.

L’allenatore rossonero decide di rinunciare ancora una volta a Rafael Leao dal primo minuto: per il portoghese è la terza panchina consecutiva in campionato. I tre punti permettono ai rossoneri di concentrarsi sulla delicata trasferta di Madrid contro il Real in Champions League con un ambiente più tranquillo, rilanciando anche le ambizioni in campionato.

Il Monza di Alessandro Nesta, che è tornato ad affidarsi dal primo minuto a Daniel Maldini, resta invece nelle zone basse della classifica, a soli due punti di vantaggio dal Genoa ultimo, che lunedì sarà chiamato a rispondere sul campo del Parma. Una prova dai due volti per la formazione biancorossa: ottimo il primo tempo, con qualche rimpianto per le occasioni sprecate, meno bene il secondo, non andando mai veramente vicino al gol del pari.

È ottimo l’approccio del Monza: i padroni di casa partono meglio del Milan e trovano il vantaggio con Dany Mota dopo pochi minuti di gioco, ma l’arbitro Ermanno Feliciani di Teramo annulla per una precedente trattenuta di Warren Bondo ai danni di Theo Hernandez.

I padroni di casa continuano a creare pericoli ma a concretizzare, cinicamente, è il Milan, ribaltando in contropiede un’azione offensiva dei brianzoli: Reijnders è bravo al 43′ a ribadire in rete di testa a porta vuota, dopo un salvataggio di Izzo su Morata. I rossoneri ritornano in campo dall’intervallo avanti nel punteggio grazie alla rete dell’olandese, ma Fonseca capisce che forse è venuto il momento di dare una scossa, mandando a scaldarsi subito Leao.

Nesta prova con i cambi a dare un volto nuovo alla sua squadra, passando a un più offensivo 4-2-3-1 con Maldini, Vignato e Caprari in contemporanea ad agire alle spalle di Maric, entrato al posto di Djuric. Non cambia, però, il copione del secondo tempo, al contrario sono Leao e Morata che nel finale sprecano la possibilità per il colpo dello 0-2. Vince il Milan 0-1, tra i rimpianti dei padroni di casa per le occasioni non sfruttate nella prima frazione.

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