Vittoria dei bianconeri

la Juventus ha trovato di colpo un equilibrio. Thuram e Savona ridanno i 3 punti ai bianconeri. Non ha camminato sui trampoli, non si è lasciata spaventare dalla sua stessa vulnerabilità ma qui, in questo lembo di Nord-Est dove stavano sognando avventure memorabili, ha individuato l’esatto punto di congiunzione tra il rischio e la cautela, tra il controllo e le fiammate.

La Juventus, grazie a un’autorete e a un gol di Savona nel primo tempo, ha mantenuto il controllo della partita, difendendo il vantaggio con una buona prestazione complessiva. Con questa vittoria, i bianconeri si portano a casa tre punti preziosi, mentre l’Udinese dovrà rivedere la propria strategia per le prossime sfide, cercando di capitalizzare meglio le occasioni create.

I bianconeri di Torino partono forte sin dal primo tempo, riuscendo con un paziente giropalla a mandare a vuoto il pressing alto dell’Udinese. Già dopo cinque minuti, Thuram sfiora il vantaggio, inserendosi perfettamente in area di rigore, ma calciando alto l’assist di Savona. L’ottimo stato di forma del francese è, però, ben evidente e a farne le spese è la formazione friulana.

I bianconeri di Torino partono forte sin dal primo tempo, riuscendo con un paziente giropalla a mandare a vuoto il pressing alto dell’Udinese. Già dopo cinque minuti, Thuram sfiora il vantaggio, inserendosi perfettamente in area di rigore, ma calciando alto l’assist di Savona. L’ottimo stato di forma del francese è, però, ben evidente e a farne le spese è la formazione friulana.

Al 19esimo sempre Thuram provoca lo sfortunato autogol di Okoye: il tiro dell’ex Nizza dalla sinistra dell’area, infatti, colpisce prima il palo interno, poi carambola sfortunatamente sulla schiena del portiere di casa, finendo così in rete. Con rabbia allora l’Udinese non perde tempo e reagisce, sfiorando il pari due minuti più tardi con Davis: Di Gregorio è provvidenziale nel deviare in angolo la potente conclusione dell’inglese.

Ringrazia, dunque, la Juve, che al 37′ timbra il 2-0 con Savona dopo un’azione insistita nell’area avversaria.Nella ripresa i ragazzi di Runjaic non intendono demordere, ma si scontrano contro una Juve determinata e ben messa in campo. Al 53′ il gol del possibile 2-1 dei friulani viene annullato da Abisso che ravvisa una spinta irregolare di Davis su Gatti. Al 69′, invece, Okoye nega il tris agli ospiti, neutralizzando il tentativo defilato di Vlahovic. Approfittando anche di una Juve stanca, nel finale l’Udinese assalta la porta avversaria. La fortuna non sorride, però, ai padroni di casa e, all’ 83′, il colpo di testa del neoentrato Lucca si stampa sulla traversa.
Una vittoria pesante che rilancia le ambizioni della Juve.

Tripletta dei nerazzurri

L’Inter prende subito in mano il controllo del gioco, ma la prima occasione è dell’Empoli, con Solbakken che calcia addosso a Sommer da buona posizione. La risposta nerazzurra arriva con il colpo di testa di Bastoni, deviato da Ismajli, su cui Vasquez è strepitoso.

È il preludio al gol dell’Inter: al 19′ Darmian vince un contrasto in area e supera il portiere avversario in uscita, ma l’arbitro annulla per fallo di mano. Al 30′ arriva un altro episodio chiave del match: un brutto fallo a centrocampo di Goglichidze su Thuram costa il rosso al difensore dell’Empoli, che rimane quindi in dieci uomini.

Sulla punizione seguente Dimarco calcia potente ma Vasquez respinge con i pugni. Sul finale di tempo Lautaro sfiora il gol di testa, ma senza fortuna. Dopo i primi 45 minuti il risultato è fermo sullo 0-0.

A inizio ripresa Inter ancora a segno: al 50′ Frattesi raccoglie un pallone vacante in area e di sinistro batte Vasquez all’incrocio dei pali. L’Empoli prova ad alzare il baricentro e a reagire, ma i nerazzurri controllano il ritmo e rischiano poco e nulla. Lautaro Martinez sfiora il raddoppio di testa ma trova un’altra bella parata di Vasquez, mentre sulla ribattuta Bisseck mette alto. Il gol del 2-0 è solo rimandato: al 67′ Lautaro fa la sponda per Frattesi, che incrocia il destro e firma la sua doppietta. Il tris arriva al 79′ e lo firma proprio Lautaro Martinez, con un bel diagonale che non lascia scampo a Vasquez. Termina quindi 3-0 per l’Inter.

Cinquina della Lazio

La Lazio fa sul serio, batte in trasferta il Como e agguanta Atalanta e Fiorentina a quota 19 punti in zona Champions League.

Finisce 5-1 al Sinigaglia grazie alla doppietta di Castellanos e ai sigilli di Pedro, Patric e Tchaouna, mentre a poco serve il gol da cineteca di Mazzitelli. La striscia positiva di Baroni non si ferma così come quella di Pedro ancora una volta in gol.

Lo spagnolo infatti sigla il momentaneo 2-0 laziale prima del bellissimo gol di Mazzitelli che riapre l’incontro. Poi due episodi importanti l’espulsione di Brunoder e poi quella ingenua di Tavares. La Lazio però resta con la testa nel match e chiude i conti con Patric, ancora con Castellanos e con Tchaouna nel recupero.

Il Como riapre a sorpresa il match del Sinigaglia. La rete è fantastica ed è firmata da Luca Mazzitelli: il centrocampista raccoglie una palla vagante all’altezza del vertice sinistro dell’area piccola, controlla con il petto e in rovesciata incrocia sul palo lungo, non lasciando scampo a Provedel.

Cinque gol subiti e imbattibilità casalinga persa. Il primo turno infrasettimanale della Serie A 2024/25 fa emergere tutti i limiti del Como, sommerso al Sinigaglia da una super Lazio. La squadra di Baroni vince 5-1 sfruttando tutte le disattenzioni dei padroni di casa e vola al terzo posto in classifica, insieme a Fiorentina e Atalanta.

Trionfo dei giallorossi

I giallorossi vincono di misura sul Torino. Decide la partita la Joya al 20′ del primo tempo, gol da posizione impossibile dopo aver rubato palla sul disimpegno sbagliato dalla difesa granata.Nel secondo tempo il Toro ci ha provato di più anche grazie alle sostituzioni aggressive effettuate da Mister Vanoli. Non è bastato però per trovare la via del pari alla formazione ospite.L’occasione più ghiotta capita sul destro di Njie che trova una gran risposta da parte di Svilar a salvare il risultato.

La squadra capitolina dunque ritrova la vittoria e sale al 10° posto a quota 13 punti. Nel prossimo turno Juric incontrerà l’altra sua ex squadra essendo la Roma impegnata a Verona contro l’Hellas.

Il Torino non perde posizioni in classifica nonostante resti fermo a 14 punti.

Dal punto di vista disciplinare è stata una gara con sole quattro ammonizioni, due per parte. Tra i granata i cartellini gialli sono stati presi da Coco e Masina mentre nelle file giallorosse sono Baldanzi e Pellegrini ad essere finiti sul taccuino dell’arbitro.

Per il Torino invece è il quarto passo falso nelle ultime cinque partite, un colpo che non ci voleva al morale di una squadra che adesso affronterà Fiorentina e Juventus in sei giorni. Una grossa occasione sciupata da parte dei granata, che impiegano più di un tempo per accendersi: troppo tardi.

Gli Azzurri devono accontentarsi di un pareggio

La vittoria del Parma poteva arrivare al Tardini ma il rigore di Bonny, sbagliato all’ 83′, ferma a metà la rimonta degli emiliani. Finisce in parità con l’Empoli. Parma timido nel primo tempo e scatenato nel secondo: Charpentier riacciuffa il pareggio all’ 81′ con una rasoiata centrale rasoterra che inganna Vasquez e, dopo un solo minuto, si trasforma in un regista di centrocampo con un pallone in profondità per Almqvist che cade a terra e conquista un calcio di rigore che poteva valere il raddoppio. Si salvano i toscani che hanno iniziato discretamente nel primo tempo, con una rete di Fazzini su assist di Gyasi, e chiuso malissimo la gara sotto il dominio del club emiliano. Il Parma di Pecchia si ferma al terzo pareggio consecutivo ed ora è al 16esimo posto a quota 8 punti. L’Empoli di D’Aversa, dopo due sconfitte consecutive, torna a far punti: decimo posto e 11 punti raggiunti in nove giornate.

La sfida salvezza tra Parma ed Empoli comincia all’insegna dell’amicizia, anzi del gemellaggio quarantennale tra le due tifoserie. E il clima buonista si trasmette anche ai giocatori, che per la prima mezz’ora sonnecchiano. Gli attacchi gialloblu cozzano contro il guardingo 3-4-2-1 dell’ex di turno D’Aversa, molto applaudito al primo ritorno al Tardini.

Pecchia opera due cambi rispetto al pareggio con il Como e dispone il Parma con il 4-1-4-1. Assenza importante, invece, per D’Aversa che deve fare a meno di Sebastiano Esposito: sulla trequarti alle spalle di Colombo c’è Solbakken dal 1′ insieme a Fazzini. Per il resto confermata in toto la formazione dell’Empoli (3-5-2) che ha affrontato il Napoli nel turno precedente.

Proprio il tecnico degli emiliani, a pochi minuti dall’inizio del match, ha commentato così la sfida con D’Aversa: “La storia di Roberto è più importante. Due salvezze in Serie A. Mi piacerebbe seguire il suo percorso in un club così ambizioso: è sempre motivo di grande soddisfazione.”

Vittoria entusiasmante al Franchi per i Viola

La Fiorentina vive un buon momento e ospita la Roma al Franchi, nella sfida che chiude la nona giornata di Serie A. I viola devono fare i conti con l’assenza di Gudmundsson ma recuperano Kean a tempo di record. Nella Roma c’è Dybala dal primo minuto accanto a Pellegrini, alle spalle di Dovbyk nel classico 3-4-2-1 di Juric. Angelino schierato da esterno, con Hermoso che torna dunque titolare come terzo di difesa. Da segnalare la presenza di Pisilli per Konè dal primo minuto.

A Roma c’è una certa abitudine negli ultimi anni, al tutti contro tutti, Dybala si o no, manca il terzino destro, peraltro tutti interrogativi legittimi. E allora, allora la famiglia Friedkin dovrebbe prendere una posizione netta, si continua, si vende, si costruisce una società con dirigenti competenti? E lo stadio è o no è la conditio sine qua non per continuare o lasciare? Domanda da un milione di dollari, anche se la famiglia americana di dollari in questa campagna acquisti ne ha tirati fuori parecchi, non si vede la luce.

La Roma ha mostrato troppe lacune, nella fase difensiva, e con troppi giocatori in fase offensiva che non tornavano, lasciando troppi spazi alla Fiorentina, e perdendo tutti i duelli in ogni parte del campo. Una sconfitta pesante, netta, che non lascia spazio a dubbi. Per Juric quella del Franchi potrebbe essere l’ultima panchina da allenatore capitolino visto che la sua squadra è stata non solo battuta, ma ha dato preoccupanti segnali di black out proseguendo nel solco di un momento “no” solo momentaneamente interrotto col successo di giovedì scorso in Europa League.

I padroni di casa sono bravi e fortunati a indirizzare la gara a proprio favore fin dai primi minuti, con gli uomini di Palladino che hanno il predominio territoriale e che hanno gioco facile di una squadra giallorossa oggettivamente in difficoltà. La situazione Roma è talmente grave che Juric poco dopo la mezz’ora opera subito due cambi con Koné e Zalewski che prendono il posto di Cristante ed Angelino. I frutti si vedono subito per gli ospiti alla luce del fatto che uno dei neo entrati, Koné, con un destro da fuori area batte De Gea e riapre momentaneamente la partita. I timori in casa viola durano però due giri di lancette con Bove, esaltante davanti alla sua ex squadra, che serve un assist a Kean che anticipa tutta la difesa della Roma e fa tre a uno.

Ad inizio ripresa Juric cambia nuovamente la sua Roma togliendo l’ammonito Mancini ed inserendo Baldanzi, passando ad un più offensivo 4-2-3-1. Il cambio tattico però non sortisce effetto visto che Bove chiude la pratica già al 52′ al termine di una strepitosa azione corale viola. Gli ospiti accusano e fanno collezione di cartellini gialli, tre in dieci minuti, ovvero Pisilli, Koné ed Hermoso, quest’ultimo poi espulso al 65′. Quando una punizione di Dybala viene deviata sul palo da De Gea i giallorossi capiscono che è definitivamente notte fonda. L’argentino lascia il campo poco dopo per dare spazio ad Hummels al suo esordio in Serie A ed autore fra l’altro di un autorete su colpo di testa di Kouame. Nel finale di partita spazio per l’esperimento di Martinez Quarta a centrocampo e Svilar che evita un’umiliazione ancora peggiore ai suoi, dicendo almeno altre tre volte no ad una comunque Fiorentina esagerata.

Calcio spettacolo al Meazza: sono 8 le reti

Spettacolo e reti: un derby d’Italia entusiasmante. A San Siro non è stato uno dei classici Inter-Juventus degli ultimi anni da zero tiri in porta, ma stavolta il big match finisce con un pirotecnico 4-4. Una sfida in cui succede di tutto con continui ribaltamenti di fronte e di punteggio: prima avanti i nerazzurri, poi i bianconeri, poi il nuovo allungo interista fino al 4-2 prima della clamorosa rimonta finale nel segno di Yildiz.

Un pari che per come si era messa la partita sicuramente fa più felice Thiago Motta, considerando che nel secondo tempo la Juventus per lunghi tratti ha vacillato, ma con la capacità di rimanere in piedi prima di assestare il doppio colpo per strappare il pareggio. E sul punteggio finale probabilmente si vede più la mano del tecnico bianconero che di Simone Inzaghi.

È un pareggio da maneggiare con cura. Delicato per l’Inter che non segnava alla Juve 4 gol da 40 anni, ma ne prende altrettanti come non capitava dal 2014, contro il Cagliari. E sono tredici reti subite in nove partite: una cifra l’anno scorso raggiunta solo a marzo. Non può essere solo colpa di un De Vrij inguardabile. Ieri nel centrocampo in apnea Zielinski non ha fatto sentire l’assenza di Calhanoglu solo nei due rigori segnati. In più Lautaro non ha ancora smaltito le tossine della passata annata.

Yildiz prima riapre la partita con un mancino a chiudere un veloce contropiede prima di trovare il gol del 4-4 ancora col mancino dopo un cross dalla destra e la conseguente dormita della retroguardia nerazzurra. Nel finale nessuna ha più le forze per cercare il clamoroso 5-4 e così alla fine sorride il Napoli, che vola a +4 in classifica sull’Inter seconda e +5 sulla Juventus terza.

Napoli vittorioso contro gli azzurri

Vittoria sofferta per il Napoli di Antonio Conte, che grazie al rigore di Kvaratskhelia batte per 1-0 un Empoli corsaro e propositivo per larghi tratti di partita.
Torna, dunque, a guardare tutti dall’alto l’undici partenopeo che, dopo la vittoria – sempre per 1-0 – della Juventus sulla Lazio e il momentaneo aggancio in classifica da parte dei bianconeri, riconquista la vetta solitaria a 19 punti.

Buon avvio dell’Empoli, che spaventa il Napoli con una doppia occasione: la prima, sulla volee di Esposito, la seconda, con la conclusione mancina di Pezzella sul cross dalla destra di Gyasi, entrambe disinnescate in tuffo da Caprile.
Col passare dei minuti non cresce a dovere la pressione degli azzurri, con l’Empoli che con qualità e ritmo continua ad impensierire gli avversari con gamba ed iniziative pericolose. Ridotta ai minimi termini la presenza offensiva degli uomini di Conte, che arriva all’intervallo con qualche problema di troppo in mezzo al campo, viste le efficaci contromisure adottate da D’Aversa per bloccare Gilmour e specialmente Anguissa in fase di costruzione.

I partenopei appaiono gli stessi del primo tempo, con Conte che al 59′ inserisce Simeone per Lukaku – oltre ad Olivera per Spinazzola – e sull’azione seguente un’iniziativa di Di Lorenzo proprio alla ricerca dell’argentino genera il calcio di rigore per il Napoli: dal dischetto va Kvaratskhelia che è lucidissimo nello spiazzare Vasquez e portare avanti i suoi. Inerzia della gara quasi del tutto ribaltata e impatto del gol rilevante sull’atteggiamento dei giocatori del Napoli, che entrano in gestione di un Empoli non più così brillante. D’Aversa proverà dunque a smuovere il suo schieramento con diversi cambi offensivi, ma senza trovare la via della rete e arrendendosi cosi’ al primo stop casalingo del suo campionato.

Goleada della Fiorentina

Lecce travolto 6-0 al Via del Mare dai viola in formato super. Doppiette per Cataldi e Colpani, a segno anche Beltran e Parisi per una domenica da ricordare per i colori viola, che coincide con la prima vittoria esterna del campionato. Troppa, tanta la differenza tra le due formazioni, con il Lecce, suo unico elemento a discolpa, costretto a giocare in inferiorità numerica l’intera seconda frazione di gioco per l’espulsione di Gallo, ma apparso molto arrendevole.

Lecce in confusione totale incassa un ko durissimo e ora la panchina di Gotti, dopo la quarta sconfitta consecutiva (tra campionato e Coppa Italia), non sembra essere cosi salda. Negli schieramenti iniziali il tecnico di casa cambia e si affida al 4-2-3-1, con Oudin nella linea dei trequartisti assieme a Dorgu e Rebic, alle spalle del terminale offensivo Krstovic.

Dopo 20 minuti quantomeno decenti, la rete dello 0-1 ha schiantato la tenuta mentale del Lecce. 16-4 di occasioni da gol, 13-4 di passaggi chiave, 8 dribbling a 5, 509 passaggi a 279 (122 a 24 nella trequarti) con 90% a 79% di precisione sono numeri utili solo a fotografare la pochezza giallorossa. Nelle top 3 delle singole giocate c’è spazio per i 3 (imprecisi) tiri di Krstovic dietro a Kean (4) e Colpani (5). Baschirotto ha portato a termine 54 passaggi, superando Comuzzo a 53 e attestandosi secondo dietro agli 85 di Cataldi, man of the match.

Inter ancora vittoriosa

L’Inter espugna l’Olimpico battendo la Roma 1-0 con il gol di Lautaro Martinez nella ripresa, eppure Simone Inzaghi sorride solo a metà. Perché se da una parte, a sette giorni dalla sfida con la Juventus, i nerazzurri volano al secondo posto in classifica, restando in scia del Napoli primo, dall’altra devono continuare a fare i conti con gli infortuni.

Gara comunque complicata per i nerazzurri che hanno faticato anche per via dei due infortuni subiti da Hakan Calhanoglu e Francesco Acerbi, entrambi usciti per problemi muscolari. Al momento Inzaghi sembra però essere fiducioso: “Speriamo che gli infortuni (di Calhanoglu e Acerbi) non siano problemi importanti e non penso lo siano. Poi abbiamo Zielinski e Asllani a casa, Buchanan che tornerà.

Situazione complicata in casa Roma, ferma al decimo posto e reduce dalla seconda sconfitta in campionato. Juric però non molla la presa: “Sì, la squadra non mi è piaciuta nei primi 15 minuti del secondo tempo. Nel nostro momento migliore abbiamo subito gol. La Roma ha fatto la sua partita con intensità, dominio.

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