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Rossoblu battono i nerazzurri

Il Bologna batte l’Inter 1-0, big match della domenica di Pasqua, un risultato frutto di una rete in pieno recupero di Orsolini che permette al Napoli di raggiungere in testa i nerazzurri. La partita al Dall’Ara è entrata subito nel vivo, con i nerazzurri pericolosi con Lautaro e Carlos Augusto, ma i rossoblù hanno sfiorato il gol con Dallinga, il cui tap-in è stato salvato da Pavard, Nella ripresa si è alzato il livello agonistico ma le palle gol sono state poche. Ravaglia ha sfiorato l’autorete con la palla finita sul palo ma gli emiliani si sono gettati in avanti nel finale, trovando la rete con Orsolini entrato a metà ripresa. L’Inter, pericolosa solo da calcio d’angolo nel primo tempo con Carlos Augusto e Bastoni, in questo modo si è fatta raggiungere in testa alla classifica dal Napoli a quota 71 punti. La “fatal Bologna” rischia di diventare un incubo per Simone Inzaghi e i tifosi interisti.

L’Inter a Bologna si è presentata stanca, con tutta la fatica del ritorno dei quarti di finale di Champions League contro il Bayern Monaco a presentare il conto e con una semifinale di Coppa Italia da affrontare nel derby all’orizzonte. L’ennesimo impegno di un periodo folle di impegni da dentro o fuori, o quasi come quello del Dall’Ara, che ha consigliato ai ragazzi di Simone Inzaghi – o costretto, in base ai punti di vista – di non giocare con il consueto ritmo, né con la rabbia e l’agonismo cui hanno abituato. Di contro il Bologna ha preso in mano il gioco dal primo minuto con personalità, pressando altissimo già dal primo tempo e mettendo in campo molta intensità andata scemando solo nella seconda parte della ripresa per ovvi motivi fisiologici. Ne è uscita una partita intensa, giocata sul filo della tensione e dell’attenzione quasi maniacale ai dettagli, ma con poche occasioni da gol. L’Inter ha sfiorato la porta di Ravaglia solamente con due calci d’angolo nel primo tempo battuti da Calhanoglu e conclusi da Carlos Augusto e Bastoni, mentre i rossoblù si sono creati l’opportunità da jackpot al 28′ quando Ndoye saltando nettamente Acerbi ha apparecchiato a Dallinga un pallone che l’olandese si è fatto deviare in corner da Pavard a Sommer battuto. Nella ripresa la tattica ha avuto la meglio sulla tecnica e sulle intuizioni, trasformando la sfida in una serie di interruzioni per falli tattici o meno che ne hanno minato lo spettacolo e la velocità. Per stappare il tutto è servito un episodio anche piuttosto casuale, ma non meno importante, e come nei drammi più riusciti è arrivato in pieno recupero con una rovesciata di Orsolini, lanciato nella mischia nel finale, con un pallone finito nel suo radar per la deviazione di Bisseck in area di rigore. Gesto tecnico, gol, via la maglia e grande festa per Bologna, ma anche a centinaia di chilometri di distanza dove a cinque giornate dalla fine si è tornati a puntare lo scudetto scattando dalla stessa linea di partenza.

Tripletta per i partenopei

Il Napoli è vivo e vegeto e risponde all’Inter nella maniera migliore, battendo nettamente l’Empoli con un secco 3 a 0 e mantenendo invariato il distacco di tre punti dalla capolista. Con un Lukaku trascinatore che segna un gol e serve due assist decisivi a McTominay (in occasione di un terzo passaggio risolutivo del belga, lo scozzese colpisce un palo) la squadra di Conte detta legge e soprattutto, diversamente da quanto era accaduto in recenti uscite, accelera nel secondo tempo con una condotta di gara convincente che costringe l’Empoli alla resa. Nelle scelte i due allenatori sono condizionati dalle numerose assenze forzate su entrambi i fronti.

Nel Napoli mancano tre titolari, tra squalificati e infortunati, mentre i toscani sono privi addirittura di nove uomini. L’Empoli esercita costantemente una fortissima pressione sulla partenza dl basso dell’azione del Napoli e gli azzurri fanno molto fatica a impostare il proprio gioco offensivo che riescono a dispiegare solo quando riescono a superare la linea di centrocampo. L’atteggiamento spregiudicato e a tratti perfino sfrontato della squadra di D’Aversa costringe la difesa del Napoli, indebolita dalle contemporanee assenze di Di Lorenzo e Buongiorno, a rimanere guardinga soprattutto sui rilanci di Vasquez che innescano costantemente gli attacchi in profondità di Esposito e Cacace, sostenuti dalle sponde di Gyasi. Il Napoli sblocca la partita al 18′ del primo tempo.

Lukaku sulla linea del centrocampo serve McTominay che si spinge con una percussione centrale fino al limite dell’area di rigore e fa partire un tiro rasoterra che manda il pallone in fondo alla rete. L’Empoli nonostante lo svantaggio non modifica la sua condotta tattica, ma i toscani nonostante l’atteggiamento propositivo, non riescono a dare una svolta alla gara. Nella ripresa le giocate offensive del Napoli si fanno più veloci e intense. I duetti tra Lukaku e McTominay si susseguono mentre Neres che nella prima frazione di gioco era stato del tutto assente dalla manovra, comincia a dare un notevole contributo alla squadra. Il raddoppio arriva al 10′ con Lukaku che riceve in area di rigore il pallone da Olivera e lo spedisce in rete con una conclusione di sinistro. Dopo sei minuti lo stesso Lukaku piazza il pallone a centro area dove McTominay colpisce di testa e mette il sigillo sulla terza marcatura della squadra. Il Napoli a questo punto è del tutto padrone del gioco e potrebbe ulteriormente arrotondare il punteggio, con McTominay che colpisce uh palo su assist di Lukaku, e con lo stesso belga con una conclusione rasoterra che sfiora il palo. Alla squadra di Conte, però, basta aver ristabilito le distanze con l’Inter per lasciare inalterate le speranze di aggancio in vetta alla classifica nelle rimanenti giornate di campionato.

Vittoria bianconera

La Juventus conclude il match contro il Lecce sul risultato di 2-1 nel match valido per la 32esima giornata della Serie A. I bianconeri si impongono con i gol di Koopmeiners e Yildiz. Nel finale i salentini accorciano le distanze con Baschirotto. Il successo consente alla formazione allenata da Tudor di salire a 59 punti e conquistare provvisoriamente il terzo posto solitario in classifica. Il Lecce rimane a quota 26 e rischia di essere risucchiato nella zona retrocessione.

La partita si sblocca dopo soli 97″: palla in verticale di Vlahovic sulla sinistra dell’area per Koopmeiners, mancino in diagonale che supera Falcone. Al 5′ replica dei salentini: Krstovic aggancia sui 20 metri, leggermente decentrato sulla sinistra, immediato il destro basso e palla che colpisce in pieno il palo. Al 7′ Vlahovic riceve un involontario errore in disimpegno della difesa del Lecce e può calciare tutto solo dentro l’area, da posizione centralissima ma spedisce alto. Dopo 11 minuti la prima sostituzione, con Tiago Gabriel, all’esordio in Serie A, che entra al posto dell’infortunato Jean. Al 20′ la squadra di casa attacca sulla sinistra, poi palla al centro verso Vlahovic che può calciare da ottima posizione in area, Tiago Gabriel mura il suo tiro e salva i suoi. Alla mezz’ora Lecce insidioso direttamente su rilancio lungo di Falcone: Krstovic prova a guadagnare posizione su Veiga per poi lanciarsi solo contro Di Gregorio. Contatto tra i due: Zufferli fischia fallo all’attaccante degli ospiti. Al 33′ arriva il raddoppio bianconero. Thuram lavora palla e scambia con Yildiz sul centro sinistra del campo, poi serve Vlahovic appena dentro l’area. Il serbo, spalle alla porta, serve il 19enne turco che batte Falcone con un tiro dal limite dell’area. Al 37′ Kelly arriva al tiro col mancino dalla sinistra dell’area. Falcone para e poi riesce anche a salvare in uscita bassa sul tentativo di tap-in di Vlahovic da due passi.

Giampaolo effettua due cambi nell’intervallo: Rebic e Sala prendono il posto di Krstovic e Gallo. Al 7′ giallo per Morente che stende Gonzalez in ripartenza. All’11 quarto cambio per il Lecce con N’Dri per Pierotti. Al quarto d’ora Vlahovic sfiora il terzo assist, cross basso e teso dalla sinistra al centro dell’area ma è leggermente lungo per Koopmeiners. Al 17′ McKennie si perde Danilo Veiga alle proprie spalle, il giocatore del Lecce mette un cross a centro area, la difesa di casa è in affanno ma alla fine Di Gregorio riesce a salvare. Al 22′ triplo cambio per Tudor: dentro Kolo Muani, Cambiaso e Weah per Vlahovic, Koopmeiners, McKennie. Per l’olandese, che si infila direttamente nello spogliatoio, c’è qualche problema fisico. Alla mezz’ora entra Conceicao al posto di Gonzalez, mentre Giampaolo termina i cambi con Helgason per Danilo Veiga. Al 39′ grave errore di Thuram che perde palla al limite e la regala a Rebic tutto solo contro Di Gregorio. Il portiere della Juve è rapidissimo nell’uscita e sventa il pericolo. Al 42′ il Lecce accorcia le distanze. Punizione dalla tre quarti di destra di Helgason e stacco di Baschirotto a centro area: palla che colpisce il palo e si infila in rete. Al 44′ Tudor si copre con Savona al posto di Yildiz. Minuti finali in apprensione per i bianconeri ma il risultato non cambia più.

I nerazzurri continuano a primeggiare

L’Inter realizza una tripletta concludendo per 3-1 contro il Cagliari a San Siro e allunga in testa alla classifica della Serie A, a +6 sul Napoli, impegnato lunedì sera in casa con l’Empoli. A decidere il match le reti di Arnautovic al 13′, Lautaro al 26′ e Bisseck al 55′ che permettono ai nerazzurri di salire a quota 71 in classifica dopo 32 giornate. Per i rossoblù, che restano fermi al quindicesimo posto con 30 punti, gol del momentaneo 1-2 di Piccoli al 48′.

Parte subito forte la squadra di casa e all’8′ Lautaro va vicino al gol: Dimarco vede l’inserimento del ‘Toro’ e imbuca, l’argentino arriva davanti alla porta un po’ defilato a sinistra e cerca il mancino, ma la palla termina sull’esterno della rete. Al 13′ i padroni di casa passano in vantaggio: Carlos Augusto in area con il petto tocca un pallone che sembra buono per Lautaro. Arnautovic irrompe e ‘anticipa’ il compagno scaricando sotto alla traversa un sinistro potente. Al 22′ chance per Lautaro ma da buona posizione complisce male di sinistro e spreca tutto. Al 25′ sardi a un passo dal pari. Lancio lunghissimo dalla difesa che coglie impreparata la difesa dell’Inter: Piccoli brucia sullo scatto De Vrij e si presenta davanti a Sommer che, nonostante scivoli poco prima del tiro, riesce a chiudere lo specchio della porta all’avversario. Gol mancato, gol subito e un minuto dopo i padroni di casa raddoppiano. Arnautovic serve in profondità Lautaro con una magia e l’argentino con lo scavetto supera Caprile per il 2-0. Al 43′ bella azione dell’Inter conclusa da Lautaro che prova la rovesciata ma conclude fuori.

L’Inter entra in campo svagata nella ripresa e il Cagliari ne approfitta per accorciare le distanze: cross da sinistra di Augello e Piccoli, lasciato solo, schiaccia di testa e supera Sommer. Al 7′ ci prova Mina dalla distanza Sommer para a terra. Al 10′ Bisseck rimette le cose a posto firmando il 3-1: angolo di Dimarco calciato perfettamente, il difensore arriva in terzo tempo e stacca di testa battendo Caprile. Al 12′ Cagliari pericoloso con Zortea che da destra mette in mezzo un pallone insidioso che si trasforma in un tiro, Sommer è attento e lo alza sopra alla traversa. Al 33′ Piccoli all’altezza del dischetto si trova un pallone molto invitante sul piede e scarica in direzione dell’incrocio dei pali. De Vrij appostato sulla linea toglie il pallone dalla porta e festeggia come se avesse segnato. Al 37′ ancora un colpo di testa di Bisseck che stavolta, seppur di poco, non inquadra la porta. Un minuto dopo Nicola esaurisce i cambi con Pavoletti al posto di Piccoli; anche Inzaghi termina le sostituzioni con Asslani per Calhanoglu. Si conclude quindi il match sul punteggio di 3-1 a San Siro.

Il derby della Capitale termina in pareggio

Lazio e Roma concludono il match con il risultato finale di 1-1 con entrambe le reti nel secondo tempo: a Romagnoli risponde Soulè con una grande rete da fuori area. Un punto a testa; ma entrambe le formazioni perdono punti dal quarto posto, che vale la Champions. I biancocelesti sono sesti con 56 punti (-3 dalla Juventus), mentre i giallorossi sono settimi a quota 54. Baroni sceglie Dele-Bashiru dietro a Castellanos, mentre in difesa c’è Gigot al posto di Gila al fianco di Romagnoli. Ranieri opta per un inedito 4-2-3-1 con Saelemaekers a sinistra nella trequarti completata da Pellegrini e Soulè. Dybala segue i compagni dalla panchina ma, chiaramente, non è a disposizione del tecnico giallorosso. Passano appena 7′ e la Lazio ha la prima, grande occasione da gol: punizione di Isaksen, Romagnoli colpisce di testa tutto solo ma centrale, ed è ottimo il riflesso di Svilar. Come prevedibile, la partita è molto spezzettata, ci sono tanti falli ma anche tanti errori tecnici e il ritmo ne risente.

Tra i più attivi in campo c’è Isaksen, che al 22′ salta sia Angelino che Paredes con un gioco di prestigio, poi scarica il destro sul primo palo dove è ancora attento Svilar. Il duello si ripete al 37′ su un buon appoggio di Castellanos, ma stavolta il tiro del danese è più comodo per l’intervento del portiere giallorosso. Si va, quindi, al riposo sullo 0-0 con la Lazio comunque più propositiva della Roma, apparsa senza idee là davanti. In avvio di secondo tempo arriva subito il vantaggio biancoceleste: punizione di Luca Pellegrini dalla trequarti, ancora Romagnoli arriva sul pallone e stavolta il suo colpo di testa è angolato e Svilar non può nulla. Proteste giallorosse per un presunto contatto falloso tra Lorenzo Pellegrini e Dele-Bashiru, ma non c’è nulla.

Al 54′ arriva finalmente la prima occasione per la Roma: è ancora un colpo di testa, Mancini trova una deviazione diretta all’angolino ma Mandas è strepitoso nell’arrivarci con la punta delle dita. E’ il segnale che qualcosa sta cambiando perchè, salvo un lampo di Zaccagni senza successo, gli uomini di Ranieri guadagnano progressivamente metri. E puntualmente il gol arriva. Saelemaekers appoggia centralmente la palla per Soulè, che dalla distanza disegna un arcobaleno con la palla che sbatte sulla parte bassa della traversa, rimbalza a terra e poi esce: frazioni di secondo di attesa, l’orologio di Sozza segnala il gol ed è 1-1 al 69′. La partita di Castellanos, al rientro da titolare, dura 73′, così come quella di Isaksen: al loro posto ecco Dia e Pedro. Lo spagnolo è subito protagonista con un mancino dal limite parato da Svilar. Il portiere della Roma è insuperabile anche un minuto dopo respingendo una deviazione di Ndicka, prima di chiudere su Dia, che da terra non riesce a impattare bene. Il ritmo cala nuovamente ma nel recupero arrivano due importanti occasioni per la Lazio: prima un guizzo di Pedro con Dia che a centro area viene anticipato, poi Noslin che, sugli sviluppi di un calcio d’angolo, manca l’impatto con il pallone. Il pareggio resiste fino al triplice fischio: ai punti recrimina sicuramente di più la Lazio, che ha però trovato di fronte uno Svilar statuario.

I partenopei mancano una grande occasione

Il Napoli non va oltre l’1-1 contro il Bologna; partenopei costretti ad accontentarsi. La sfida più attesa della giornata finisce con il più classico dei pareggi, dal sapore diverso per le due squadre. Una bella conferma per i rossoblù che mettono in campo idee e bel gioco, trovando il pareggio grazie a un secondo tempo arrembante. Rammarico e delusione invece per gli azzurri che non sfruttano il passo falso dell’Inter e arretrano troppo il baricentro dopo aver chiuso il primo tempo in vantaggio.

La squadra di Conte, squalificato e sostituito in panchina dal vice Stellini, passa in vantaggio al 18′. Fa tutto Zambo Anguissa, che dopo aver saltato quattro avversari, si presenta davanti a Skorupski, lo supera e mette in rete. Il Bologna pareggia al 64′ con un grande colpo balistico di Dan Ndoye. Lo svizzero impatta di tacco sul cross di Odgaard, la palla bacia la traversa poi finisce alle spalle di Scuffet. I rossoblù ci credono di più e sfiorano anche il vantaggio in diverse occasioni. Finisce 1-1. Il Dall’Ara fa festa mentre in casa azzurra si pensa alla grande occasione sciupata. Ma pensando al secondo tempo, forse è un punto guadagnato per gli uomini di Conte. Con il pareggio il Napoli si porta a 65 punti, sempre a tre lunghezze dall’Inter capolista. Il Bologna impatta, dopo cinque vittorie consecutive e resta quarto con 57 punti, uno in più della Juventus.

Alla prima occasione del match, gli azzurri passano in vantaggio. Al 18′ Anguissa si impossessa di un pallone vagante e si lancia verso la porta avversaria, superando Holm e Miranda. Poi scarta Skorupski e deposita in rete. In occasione del gol si fa male Skorupski, che deve lasciare il campo. Al suo posto entra Ravaglia. La squadra di Italiano prova a reagire, ma fatica a costruire occasioni pericolose. Dall’altra parte il Napoli compatto in difesa è sempre insidioso, quando affonda negli spazi lasciati dai rossoblù. Al 33′ Napoli ancora pericoloso. Di Lorenzo supera Ndoye e mette al centro per McTominay che calcia verso l’angolino ma trova la parata di Ravaglia. In pieno recupero si vede il Bologna. Dopo un batti e ribatti, ci prova da fuori Aebischer, la sua conclusione finisce di poco alta sopra la traversa. Nella ripresa il Bologna prova ad alzare la pressione e si affaccia nell’area avversaria con maggiore efficacia. Al 59′ sugli sviluppi del corner spizza Lucumi ma prima Beukema e poi Orsolini non riescono a deviare in porta. Aumenta il forcing rossoblù e si accende Orsolini. L’ala mancina stoppa al limite dell’area e prova un tiro a giro. Palla alta. Al 64′ arriva il pareggio del Bologna. Odgaard scappa via sull’out mancino e mette in mezzo, sulla traiettoria arriva Ndoye che trova l’impatto di tacco. La sfera finisce sulla traversa e poi entra in rete. Parte la girandola dei cambi, per gli azzurri in campo Raspadori per Neres. Italiano si gioca le carte Castro e Cambiaghi per Dallinga e Orsolini. I padroni di casa chiudono la gara in attacco e vanno a caccia della vittoria. Al 90′ è pronto Scuffet a parare il colpo di testa di Holm. Sulla ribattuta Castro non riesce a centrare lo specchio. L’ultima occasione è del Napoli. Punizione sulla barriera per Raspadori che sulla respinta ci prova di nuovo e con una deviazione di Olivera impegna Ravaglia. La palla arriva a Rrahamani che spreca. Dopo quattro minuti di recupero, arriva il triplice fischio finale di Massa.

Gli Azzurri ancora in zona rossa

Gli empolesi sbattono infatti sul Cagliari, ricavando solo uno scialbo 0-0 dal duello-salvezza.

Una partita avara d’emozioni ci consegna uno 0-0 che non smuove la classifica: Empoli e Cagliari si fermano sul pareggio, toscani sempre terzultimi. Regna subito l’equilibrio, favorito dalle scelte tattiche dei due tecnici: squadre a specchio, che si concedono pochissimi spazi. In un primo tempo dalle pochissime emozioni, Henderson è il più pericoloso: un paio di tiri e un gol olimpico sfiorato dalla bandierina. Il Cagliari risponde con Piccoli, ma i ritmi si abbassano sensibilmente dalla mezz’ora: inevitabile lo 0-0 al riposo. Nella ripresa l’Empoli alza il baricentro e, dopo aver calciato alto con Henderson, va vicinissimo alla rete in due occasioni. Sambia sfiora il gol da calcio piazzato, mentre al 66′ ecco la grande chance: Cacace anticipa anche Esposito, Caprile devia coi piedi e salva tutto.

D’Aversa perde Kouamé per un problema fisico e inserisce Colombo, non perdendo la sua spinta offensiva: va vicino al gol anche Ebuehi, grande riflesso di Caprile. Nicola è infuriato col suo Cagliari e inserisce anche Pavoletti, ma nel finale le squadre si accontentano di un punto che muoverebbe la classifica. Finisce dunque 0-0 e non cambia nulla per le due squadre. Il Cagliari sale a 30 punti e resta a +6 sull’Empoli terzultimo: toscani sempre a -2 dal Lecce, fermato oggi al Venezia. Empoli ancora una volta sprecona (Cacace spreca ben due occasioni di rete): troppo poco per chi ha necessariamente bisogno di tornare a vincere, tant’è che anche una parte del pubblico, alla fine, si è lasciata andare ai fischi nei confronti di Grassi e compagni.

La capolista fermata al Tardini

Nella sfida tra Parma e Inter, i nerazzurri di Inzaghi, volano sul 2-0, grazie alle reti di Darmian e Thuram. Ma i gialloblù dell’ex interista Chivu reagiscono e nella ripresa trovano il pareggio, con le reti di Bernabe e Ondrejka. Con questo pareggio i nerazzurri allungano a più quattro sul Napoli, che lunedì affronterà il Bologna.

Lo svedese Ondrejka, sfruttando le sponde di Bonny e Pellegrini, trova così molto presto il colpo da flipper del 2-2, che carambola prima su Darmian e poi su Acerbi: con quasi mezzora ancora da giocare è il Parma con Pellegrino al 91’ che va più vicino alla vittoria rispetto all’Inter, che così butta via clamorosamente l’occasione di andare a +6 sul Napoli per mettergli pressione. «C’è rammarico ma restiamo padroni del nostro futuro» chiosa Farris, in panchina al posto di Inzaghi.

Chivu, a sorpresa, schiera il suo Parma a specchio con l’Inter: 3-5-2, Almqvist e Valeri larghi sulle fasce e la coppia d’attacco Bonny-Man. In regia c’è Hernani per Bernabè. Inzaghi recupera Lautaro che va a riformare la coppia d’attacco con Thuram, mentre per la prima volta giocano insieme Asllani e Calhanoglu, con il turco che agisce da mezzala per lo squalificato Barella. In difesa Bisseck vince il ballottaggio con Pavard. Al Tardini va in scena un primo tempo divertente e ricco di emozioni, con i nerazzurri che fanno la partita e il Parma si difende come può senza rinunciare a offendere. Il problema, in una fase così complicata da gestire dal punto di vista fisico e mentale, sembra amplificato da certe scelte fatte a tavolino e non adattate al momento della partita: né Calhanoglu, né Dimarco, né Lautaro possono permettersi di giocare 90’ a tre giorni dalla Champions, è vero. Ma toglierli al 65’, col Parma caricato dal gol appena segnato e dall’impatto furente dei neoentrati, manda fuorigiri l’Inter. Lasciandola a leccarsi le ferite e a guardarsi dentro. Con una gara ogni 72 ore non è la prima volta e forse non sarà l’ultima. L’importante è non scherzare troppo con il fuoco. Il pareggio vale come una vittoria per il Parma, mentre Lautaro e compagni si rammaricano e tremano.

La Magica conquista un punto grazie a Shomurodov

Roma e Juventus si sono affrontate all’Olimpico in un match cruciale per la lotta Champions, chiuso sull’1-1 dopo novanta minuti di pura intensità. I bianconeri hanno colpito per primi al 40’, quando Manuel Locatelli ha approfittato di un’incertezza difensiva giallorossa per infilare il portiere con un tiro preciso da fuori area. La Roma, però, ha reagito con carattere e al 49’ ha pareggiato i conti grazie a Eldor Shomurodov, che ha messo dentro un pallone ben servito dai compagni. Le due squadre si sono date battaglia fino all’ultimo, creando occasioni ma senza trovare il guizzo decisivo. Un punto che soddisfa poco, con i tifosi di entrambe le curve a masticare amaro per quello che poteva essere.

Per la Juventus, questo pareggio sa di occasione sprecata. Servivano tre punti per tenere a distanza le rivali e dare una sterzata a un’annata altalenante, ma la Vecchia Signora non è riuscita a concretizzare la superiorità mostrata a tratti. Troppo sterile l’attacco, troppo fragile la tenuta mentale nei momenti chiave: il pari di Roma è un campanello d’allarme per una Juventus che ora rischia di perdere terreno prezioso. Con le altre big pronte ad approfittarne, il margine di errore si assottiglia pericolosamente.

Tante le occasioni svanite per errori negli ultimi venti metri, Yildiz unico insostituibile davanti, il recupero di alcuni giocatori e il tentativo su altri – Koopmeiners di nuovo fantasma – sono i messaggi che Tudor manda a squadra, società e tifosi, nel poco tempo a disposizione. Finora, decisamente azzeccati. I bianconeri sprecano molto e i giallorossi rallentano dopo sette vittorie consecutive.

Kouamé regala un punto prezioso agli Azzurri

I toscani di D’Aversa conquistano un punto importante al Sinigaglia contro il Como. Protagonista del match Kouamé che, nel finale, manca una occasione favorevole.

All’ingresso in campo il Como si presenta senza l’infortunato Dossena e gli squalificati Nico Paz e Dele Alli: si rivede Sergi Roberto a metà campo, mentre l’attacco è comandato dall’ex empolese Cutrone. I toscani ritrovano invece Vasquez in porta, dopo 5 gare consecutive per Silvestri, e Viti in difesa, mentre in panchina si rivede Solbakken, reduce da un lungo infortunio a una spalla. Tanti gli assenti per D’Aversa: sono ko Sazonov, Pellegri, Haas, Maleh, Zurkowski, Ismajli e Anjorin. Al 20′ Goldaniga anticipa di testa Vasquez in uscita a pugni uniti, andando a segno: la difesa dell’Empoli però si muove con perfetto tempismo, mettendo in fuorigioco il numero 5 del Como. L’arbitro Mariani annulla senza esitazioni, poi confortato dal check del Var Fabbri. Al 34′ è l’Empoli a farsi pericoloso: fuga sulla sinistra di Pezzella, cross e incornata acrobatica di Kouamé, con palla a lato di pochissimo. Al 39′ Grassi fa tremare il Sinigaglia: il suo colpo di testa finisce sul palo, con Butez che sembra in leggero ritardo nel tuffo. Il primo tempo si chiude con un destro di Kouamé, bloccato da Butez. La ripresa si apre con un’occasione sciupata da Goldaniga, che non inquadra la porta da pochi passi di testa al 49′. Risponde poco dopo l’Empoli con un improvviso contropiede: Kouamé supera anche il portiere Butez fuori dall’area di rigore, ma è sbilanciato e il suo rasoterra si spegne sul palo, con una beffarda traiettoria a uscire. Al 61′ il match si sblocca grazie a Douvikas, entrato cinque minuti prima al posto di Cutrone: filtrante di Caqueret, palla rasoterra al centro di Vojvoda e tocco vincente in scivolata del greco, che batte Vasquez. Primo gol in Serie A per il 25enne numero 11 del Como.

Al 75′ meritato pareggio dell’Empoli dopo i due pali, firmato da Kouamé: numero di Fazzini, palla a Pezzella e prefetto cross a spiovere per l’incornata dell’ivoriano, che festeggia il suo primo gol nella formazione di D’Aversa. All’89’ lo stesso Kouamé ha l’occasione per la vittoria e la getta al vento: il Como perde malamente palla sulla trequarti difensiva, l’ex attaccante della Fiorentina si ritrova a tu per tu con Butez, ma spara incredibilmente sopra la traversa. Al 92′ il nuovo entrato Fazzini si fa espellere per un fallaccio sul lariano Ikoné. Il match si chiude sull’1-1, lasciando insoddisfatti, per motivi diversi, entrambi gli allenatori che infatti si beccano dopo il fischio finale. Il Como tornerà in campo sabato prossimo, in trasferta, contro il Monza. L’Empoli, atteso dall’importante sfida interna con il Cagliari tra 8 giorni, prima proverà a sognare nell’andata delle semifinali di Coppa Italia, martedì prossimo al Castellani contro il Bologna.

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