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Gli Azzurri portano a casa i 3 punti

Vittoria di una pesantezza incredibile per l’Empoli, che vince per 1-3 sul campo del Monza già retrocesso. I toscani di mister D’Aversa riescono ad avere la meglio sui brianzoli di Nesta all’U-Power Stadium di Monza la sera di domenica 18 maggio 2025, gara valida per la 37^ e penultima giornata di Serie A. Se da un lato i biancorossi sono già spacciati da tempo, dall’altro non è ancora detta l’ultima parola per gli azzurri. L’Empoli lotterà per non retrocedere fino all’ultimo secondo insieme alle dirette concorrenti: dal Verona al Parma, dal Lecce al Venezia.

L’Empoli parte forte e si fa subito vedere in avanti con la qualità di Fazzini e gli inserimenti di Gyasi e Cacace. Un po’ a sorpresa però, la prima squadra a passare in vantaggio è il Monza con Birindelli alla mezz’ora: palla filtrante di Caprari e il laterale è bravo sotto porta a superare Vasquez. Il primo tempo termina quindi con i padroni di casa avanti di un gol. La ripresa si apre con due cambi tra le fila degli empolesi. D’Aversa lascia negli spogliatoi Marianucci e Henderson mandando in campo al loro posto Goglichidze e Colombo. Proprio l’attaccante si presenta nel match con una grandissima conclusione dopo pochi secondi di gioco, cogliendo in pieno la traversa. Non passano neanche cinque minuti di gioco che l’Empoli trova il pareggio, proprio con Colombo: l’attaccante controlla un cross rasoterra di Fazzini, si gira in pochissimo spazio e calcia a rete, senza lasciare scampo a Pizzignacco. Il gol realizzato galvanizza l’Empoli che al 52′ riesce addirittura a ribaltare la partita: calcio d’angolo battuto da Cacace, Viti taglia sul primo palo, anticipando tutti e trovando la sua prima rete con la maglia dei toscani. Al 59′ arriva anche la terza rete dell’Empoli: lancio in profondità per Gyasi, l’esterno si libera della marcatura di Akpa Akpro e calcia in porta, la sfera va a sbattere sul palo per poi carambolare sulla schiena di Pizzignacco e finire lentamente oltre la linea di porta. La partita si chiude con gli ospiti che mantengono ancora vivissime le proprie speranze di salvezza, il Monza saluta invece il proprio pubblico con l’ennesima delusione stagionale.

Il Monza – già retrocesso – resta senza vittorie casalinghe sotto la guida di Nesta, mentre l’Empoli ha il destino nelle proprie mani, all’interno di una bagarre salvezza che comprende anche Parma, Hellas Verona, Lecce e Venezia.

Un punto per i partenopei

Al Tardini finisce zero a zero, l’ex nerazzurro Chivu applica la par condicio: ad aprile i crociati avevano fermato l’Inter, ora è toccato al Napoli. Ma il segno X ha il sapore di una vittoria per Conte e i suoi che restano a più uno sui nerazzurri.

Vivace l’avvio di gara: il Parma non ha paura e prova a ripartire in velocità con Bonny, che crea due occasioni ma in entrambi i casi calcia debole. Sull’altro fronte Lukaku fa a sportellate con Leoni, Politano è il più brillante: accelera e si accentra, Suzuki para sicuro un tiro dal limite. Regna l’equilibrio ma la partita si infiamma alla mezz’ora: Sohm costringe Meret alla deviazione in angolo con una botta da fuori. Due minuti più tardi Anguissa si libera in area con un “sombrero” di Leoni e conclude d’esterno destro al volo colpendo il palo a portiere battuto. Gli ospiti aumentano la pressione, il possesso palla sfiora il 70%, ma il Parma si difende con ordine, senza concedere altre occasioni. Nell’intervallo dal Meazza non arrivano buone notizie, l’Inter è in vantaggio sulla Lazio ma Conte non cambia. Dopo meno di un minuto Sohm prova a sorprendere Meret con un gran tiro da trenta metri: il portiere mette in angolo. Dopo un pallido inizio di ripresa, il Napoli aumenta il ritmo e inizia a spingere: al 12′ Politano pizzica la parte alta della traversa con un tiro cross. I ducali faticano ad uscire dalla loro metà campo e perdono Leoni per infortunio: il giovane centrale (classe 2006) fino a quel momento aveva annullato Lukaku. Da bordo campo il tecnico degli azzurri detta ogni singolo passaggio di una manovra che resta molto elaborata e passa al 4-3-3, cambiando due pedine: dentro Billing e Neres, serve uno che salti l’uomo. Al 26′ terzo legno colpito dal Napoli: la punizione di Mc Tominay viene deviata da Suzuki sulla traversa con un grande intervento. Chivu inserisce Bernabè, al rientro da un infortunio, per provare a tenere un po’ il pallone. L’Inter segna un nuovo vantaggio, il settore ospiti si zittisce, il Napoli tenta il tutto per tutto: entrano Simeone per uno spento Lukaku e Ngonge per Politano. Si giocano due partite in una: pareggia la Lazio a San Siro, la panchina di Conte festeggia. Scoppia un rissa, volano parole grosse: espulsi entrambi i tecnici. Non si gioca più, il Napoli attende il risultato di Milano, il Parma però si scopre e Lovik sgambetta Neres in area: Doveri concede il rigore ma il Var lo cancella per un fallo su Circati a metà campo. Il pari non era il risultato sognato alla vigilia, ma al fischio finale esultano comunque i 3.500 del settore ospiti del Tardini.

Manca solo l’ultima gara in programma al Maradona: arriva il Cagliari, il Napoli ha il destino nelle sue mani a novanta minuti dal traguardo, mai così vicino. Il Parma invece dovrà guadagnarsi la salvezza all’ultima giornata, in trasferta a Bergamo.

La Magica torna alla vittoria e rossoneri KO

Il Milan cade ancora all’Olimpico, ma questa volta contro la squadra giallorossa. I rossoneri restano in 10 dopo 20 minuti per la follia di Santiago Gimenez, la riprendono con Joao Felix e poi vengono affossati da Paredes e Cristante nella seconda parte. Le pagelle del Milan in un altro disastroso scontro diretto.

La Roma parte subito aggressiva e al 3′ passa in vantaggio con un preciso colpo di testa di Gianluca Mancini su calcio d’angolo battuto da Matías Soulé. La situazione si complica ulteriormente per gli ospiti quando, al 21′, il Milan resta in dieci uomini per l’espulsione diretta di Santiago Giménez, colpevole di una gomitata a Mancini. Nonostante l’inferiorità numerica, i rossoneri trovano il pareggio al 39′ con João Félix, che approfitta di una respinta corta di Svilar su conclusione di Alex Jiménez.
Nella ripresa, la Roma riprende il controllo del match e torna avanti al 58′ grazie a una punizione magistrale di Leandro Paredes. All’87’, Bryan Cristante mette il sigillo sulla vittoria con un potente tiro dal limite dell’area, fissando il risultato finale sul 3-1.

Con questa importante vittoria, la Roma sale a 66 punti, posizionandosi a una sola lunghezza dal quarto posto occupato dalla Juventus. Nell’ultima decisiva giornata, i giallorossi affronteranno il Torino in trasferta. Il Milan, fermo a 60 punti, ospiterà il Monza nel finale di campionato, ma è ormai matematicamente escluso dalle competizioni europee per la prossima stagione, un epilogo inaspettato per i rossoneri.

Tre punti d’oro per gli Azzurri

L’Empoli riassapora il gusto della vittoria, con risultato finale di 2 – 1, e torna a sperare nella salvezza. Lo fa nel giorno più importante, quello dello scontro diretto con il Parma, costringendo i ducali a rimandare la festa per la permanenza in A. Tre punti pesantissimi per gli azzurri che, almeno per una sera, rimettono la testa fuori dalla zona retrocessione salendo a +1 sul Lecce, impegnato domenica a Verona, e a +2 sul Venezia che lunedì ospiterà la Fiorentina.

Gara tesa al Castellani. I padroni di casa hanno subito premuto sull’acceleratore e all’11’ Fazzini, sugli sviluppi di un angolo, ha trovato la conclusione vincente per il vantaggio toscano. La risposta dei ducali è arrivata immediatamente con Pellegrino che ha sfiorato il pareggio con un colpo di testa di poco a lato. Al 32′ la gara per gli ospiti si è messa ancor di più in salita a causa dell’espulsione di Valenti per doppia ammonizione. L’Empoli ha preso coraggio e ha sfiorato il raddoppio in avvio di secondo tempo con una girata improvvisa dal limite di Henderson che Suzuki ha deviato d’angolo.

Chivu ha deciso di dare una scossa solo a metà ripresa inserendo Camara, Hernani e Djuric e i cambi gli hanno dato ragione. La presenza in area di Djuric ha dato maggiori alternative al Parma che al 73′ ha pareggiato: un colpo di testa dell’ex Monza su punizione non è stato deviato da nessuno, il mancato intervento di Bonny da due passi ha disorientato Vasquez che ha visto il pallone sfilare lentamente in rete. L’Empoli ha impiegato qualche minuto a rialzarsi ma grazie un jolly del subentrato Anjorin, in forte dubbio alla vigilia per un problema muscolare, ha trovato il gol-vittoria all’86’: sulla sponda di Konate, l’inglese si è inventato una conclusione a giro dalla distanza, imparabile per Suzuki. La sconfitta del Parma non fa piacere neppure al Napoli capolista che, in questo modo, a prescindere dagli altri risultati, domenica prossima si troverà davanti un avversario sicuramente determinato a conquistare i punti della sicurezza. Avanti dopo appena 11’ con Fazzini e in superiorità numerica dal 32’ per l’espulsione di Valenti, gli uomini di D’Aversa hanno rischiato non poco di complicarsi la vita. Si sono fatti riprendere al 73’ da Djuric e solo grazie a un gran gol del subentrato Anjorin a 4’ dalla fine sono riusciti a centrare l’obiettivo prefissosi alla vigilia.

La Dea conquista 3 punti importanti contro la Magica

L’Atalanta supera 2-1 la Roma, e mette al sicuro il terzo posto. Fanno festa i nerazzurri per la quinta qualificazione nell’Europa che conta in sette stagioni. Cadono i giallorossi di Ranieri, dopo un filotto di 19 partite senza sconfitte. Primo tempo ricco di emozioni e di palle gol. Parte meglio la Dea, al 9′ sblocca il match un incontenibile Ademola Lookman. I nerazzurri dominano e sprecano un paio di occasioni clamorose con De Ketelaere e Retegui. La Roma barcolla poi alla prima occasione trova il pari grazie al colpo di testa dell’ex Bryan Cristante. Nella ripresa rompe l’equilibrio il gol del neo entrato Ibrahim Sulemana. Una vittoria che significa qualificazione Champions per l’Atalanta, che sale a 71 punti. La Roma resta a quota 63, una lunghezza dietro la coppia Juventus e Lazio. Per il quarto posto saranno decisive le ultime due giornate. Prossimo turno: Roma-Milan, Juve-Udinese e Inter-Lazio.

Si parte subito a ritmi elevati. Cross teso dalla sinistra di Kossounou, non ci arriva per un soffio sul secondo palo De Ketelaere. Immediata la risposta della Roma. Cristante calcia di potenza da fuori, para con i pugni Carnesecchi. Al 9′ la Dea passa in vantaggio. Percussione centrale di De Ketelaere e servizio per Lookman, che si gira sul destro e lascia partite un destro angolato sul quale non può arrivare Svilar. I nerazzurri prendono il sopravvento e dopo pochi minuti sfiorano il raddoppio. Imbucata di Lookman per Ederson, la sua conclusione termina alta. Al 18′ si rivede la Roma. Dovbyk trova Koné in mezzo all’area, che tira a rete. Decisiva la deviazione di Pasalic. La squadra di Gasperini alza il ritmo. Stavolta è De Ketelaere a spedire fuori con la porta mezza spalancata. I giallorossi barcollano. Al 23′ grande doppia occasione dell’Atalanta. Svilar fa un miracolo su De Ketelaere, l’azione prosegue e sulla ribattuta Retegui spara altissimo. A sorpresa arriva il pareggio della Roma. Al 32′ cross al bacio di Soulé per la girata di testa vincente di Cristante. I giallorossi prendono coraggio, la Dea accusa il colpo. Proprio allo scadere, Soulé riparte in velocità e serve Shomudorov. Sul pallone a rimorchio dell’uzbeko, sbaglia il controllo Koné, che non riesce ad agganciare.

Nella ripresa arriva la reazione dell’Atalanta. Al 55′ bella iniziativa sulla destra di Bellanova, che converge al centro e prova la conclusione. Palla fuori di poco. La Roma sempre sorniona in ripartenza si affida all’estro di Soulé. Al 63′ Pasalic stende in area Koné, poi ci ripensa all’on field review: troppo lieve il contatto tra i due. Inizia la girandola dei cambi, entrano Sulemana e Samardzic per Pasalic e De Ketelaere. Al 74′ Lookman si mette in proprio, semina un paio di avversari e prova il tiro a giro, fuori di poco. Al 77′ l’Atalanta passa in vantaggio, ancora Lookman scappa via sulla sinistra e mette al centro. Sulla traiettoria arriva l’accorrente Sulemana, che trova il pertugio giusto superando Svilar. Ranieri le prova tutte e manda in campo Baldanzi ed El Shaarawy. Gli assalti giallorossi restano però vani. Sull’ultima azione viene avanti anche Svilar ma non succede più nulla. Dopo cinque minuti arriva il triplice fischio finale di Sozza.

Il Napoli a un solo punto di vantaggio dai nerazzurri

Il Napoli si perde sul più bello, divorato dalla pressione che l’Inter gli carica sulle spalle fragili. Lo scudetto è ancora tutto da giocare negli ultimi centottanta minuti di passione. Due volte in vantaggio e due volte raggiunto.

Ma il vantaggio, ridotto a un punto soltanto, non può rassicurare Conte. La sua squadra, dopo quattro vittorie consecutive, si ferma contro il Genoa, generoso, determinato, sempre in partita, ma reduce da tre sconfitte di fila e all’apparenza senza niente da chiedere al proprio campionato. E invece succede quello che non ti aspetti. L’applauso dei 55 mila del Maradona ai propri beniamini feriti è la testimonianza che niente è perduto e che la lotta continua. Però il Napoli si sta incartando. Non ha il ritmo, l’intensità e neppure la freddezza necessarie a vincere questa gara complicata. Lukaku nel primo tempo e Raspadori nel secondo illudono Fuorigrotta. Il Genoa rimonta sempre, prima grazie alla rocambolesca autorete di Meret e a cinque minuti dalla fine con l’incornata spietata di Vasquez, un difensore. Il Napoli ha tante mancanze. Gioca lento, gioca piano, si fa infilare due volte al Maradona come non succedeva da novembre, nonostante la difesa sia ancora la migliore della serie A. L’ingenuità sostituisce il cinismo che serve in momenti così. Ora serve rialzarsi e andare avanti. Gli azzurri sono ancora padroni del loro destino, ma tra la trasferta di Parma e l’ultima in casa con il Cagliari non possono più permettersi passi falsi. L’Inter è come un falco, pronto a saltare addosso ai contiani.

Una notte lunga, difficile, tormentata. La tredicesima rete di Lukaku, che si libera di Vasquez con troppa facilità e infila l’esordiente Siegrist, accende il Maradona e cancella l’urlo di delusione per l’infortunio di Lobotka, capitato quattro minuti prima. Ma quando la strada sembra in discesa, la squadra di Conte si perde, si allunga, si complica la vita. Mancano l’intensità e la voglia di rischiare l’uno contro uno. Il Genoa si ribella al ruolo di vittima sacrificale. E la rete subita, con grave disattenzione difensiva, forse illude la capolista. La squadra di Vieira ha idee chiare, voglia di stupire ed è libera di testa: corre, lotta, pressa, affonda negli spazi soprattutto grazie alle giocate chirurgiche del ritrovato Messias. Pinamonti, di testa in anticipo su Olivera, colpisce la traversa, ma neppure lo scampato pericolo sveglia il Napoli, che nel giro di due minuti viene raggiunto. Sempre Messias crossa un pallone morbido, che trova Ahanor libero e indisturbato in area. Meret devia il pallone sul palo e con la gamba nella propria porta. Una carambola che gela lo stadio. Il Napoli non si riprende facilmente. McTominay, che aveva servito a Lukaku l’assist del vantaggio si muove moltissimo, partendo da sinistra e accentrandosi quando Raspadori, che gira intorno a Romelu, gli lascia lo spazio per inserirsi. Ma gli azzurri sono frenati, impauriti, ansiosi. Nel secondo tempo il Napoli aumenta la spinta. E quando Raspadori, ancora decisivo come a Lecce, 6 gol con appena nove partite da titolare, sfrutta l’imbucata magistrale di McTominay, Conte ha un sussulto e scatta fuori dalla panchina. Sembra fatta. Non lo è. L’allenatore, forse intuendo il pericolo, si copre togliendo Raspa per inserire Billing. Ma proprio l’ultimo arrivato, insieme a Olivera, si perde Vasquez nell’azione decisiva. Cala il silenzio. Il Napoli è primo. Ma lo scudetto è tutto da giocare. E Conte ha già sprecato il bonus. Ora deve solo vincere.

Nerazzurri ancora in corsa per lo Scudetto

L’Inter non molla la corsa scudetto. All’Olimpico Grande Torino, la squadra di Inzaghi liquida 2-0 la pratica Toro grazie alle reti di Zalewski e Asllani. I nerazzurri controllano bene la partita sotto il diluvio e agganciano almeno per qualche ora il Napoli capolista a quota 77 punti.

Succede di tutto nel primo tempo. Pronti via, l’arbitro La Penna ferma la gara per problemi sugli spalti . Sono necessari i soccorsi per la caduta di un tifoso e la partita riprende dopo qualche minuto, accompagnata dagli applausi dello stadio. La gara riprende e l’Inter passa in vantaggio al quarto d’ora con Zalewski. Gran gol dell’esterno, che beffa Milinkovic-Savic con un destro a giro dal limite dell’area. Su Torino cala il diluvio e il gioco rallenta con il passare dei minuti: prima dell’intervallo l’unica occasione degna di nota capita a Che Adams. L’attaccante colpisce di testa in tuffo, ma il miracolo di Martinez tiene i nerazzurri avanti. Al 43’ La Penna ferma il gioco per la pioggia eccessiva, che in poco diventa grandine. Poi, dopo i test del rimbalzo con i capitani, si riparte e si va negli spogliatoi al termine dei 6 minuti di recupero.

L’intervallo dura una mezz’ora proprio per i dubbi causati dalla pioggia. Anche qui, dopo il sopralluogo con Ricci e De Vrij La Penna dà l’ok e si torna in campo. Inzaghi propone due cambi per sfruttare gli spazi sulle fasce: dentro Dumfries e Dimarco, fuori Carlos Augusto e Bissek (entrambi ammoniti). Dimarco è subito protagonista e manda Taremi in porta con un bel filtrante dalla sinistra: Milinkovic-Savic esce a valanga, atterra l’iraniano ed è rigore. Sul dischetto va Asllani, che non sbaglia e fa 2-0. L’Inter a questo punto domina il possesso e sfiora il tris a più riprese con Dimarco e Correa, ma in entrambi i casi è provvidenziale l’uscita di Milinkovic-Savic. I granata restano vivi grazie al portiere serbo e nel finale cercano di riaprire il discorso con l’orgoglio. La chance più nitida capita al 71’, quando il sinistro dal limite di Vlasic sfiora il palo dopo la deviazione di Bastoni. Finisce 0-2 a Torino: l’Inter fa il suo e ora aspetta il Napoli.

Gli Azzurri non riescono ad uscire dalla zona rossa

La Lazio conclude il match sul punteggio di 1-0 in trasferta contro l’Empoli e si porta momentaneamente al quarto posto in classifica con 63 punti, a +1 sulla Juventus e +2 sul Bologna. Decisiva la rete di Dia al 1′ di gioco, su cross di Hysaj dopo un errore di Viti. Lo stesso Viti al 7′ della ripresa in girata sugli sviluppi di un calcio di punizione pareggia i conti, ma l’arbitro annulla per fuorigioco. I toscani hanno giocato in inferiorità numerica dal 38′ del primo tempo per l’espulsione per somma di ammonizioni di Colombo. Nel quarto d’ora finale, al 31′ del secondo tempo, anche la Lazio rimane in dieci per l’espulsione di Hysaj, ma il risultato non cambia più. La squadra di D’Aversa resta così penultima ferma a 25 punti in classifica, a meno due dalla zona salvezza.

Empoli in fortissima emergenza, visto il numero esagerato di assenti. D’Aversa opta ancora per Solbakken, lasciando Esposito in panchina. Fazzini giostra dinnanzi alla difesa, mentre Marianucci gioca in posizione più avanzata, a centrocampo. Partenza a razzo dei capitolini, che dopo meno di un minuto (53 secondi) sono già in vantaggio: lancio millimetrico di Hysaj, Viti si perde Dia, che non perdona Vasquez da pochi passi. Al 14’ sponda di Gyasi per Marianucci, che scocca un tiro centrale dai 22 metri, che Mandas fa suo. Al 17’ botta dalla distanza di Castellanos, con il pallone che finisce sul fondo. Al 43’ sul cross tagliato di Guendouzi, Vasquez è abile a deviare la palla in calcio d’angolo. Empoli reattivo in avvio di ripresa. Al 5’ dapprima Solbakken e poi Pezzella hanno un’opportunità da rete: il primo non arriva sul pallone, il secondo lo “mastica” da buona posizione. Neppure un minuto più tardi, il pari degli azzurri empolesi: sul calcio piazzato di Sambia, prolungato da Solbakken, Viti si trova a tu per tu col portiere e lo batte. Ma il Var annulla il gol per il fuorigioco del difensore. Al 19’, sugli sviluppi di un corner, Castellanos sparacchia da posizione favorevole.

Al 27’ il rasoterra del neo entrato Pedro termina di poco a lato. Al 40’ salvataggio di Marianucci su Pedro, lanciato a rete e presentatosi solo dinnanzi a Vasquez: la Lazio reclama il penalty, l’arbitro Colombo fa proseguire il gioco. Al 41’ la conclusione mancina di Sambia viene bloccata a terra da Mandas. Al 45’, infine, Vasquez dice no a Isaksen, trovatosi a tu per tu con il portiere colombiano. La Lazio fa festa, l’Empoli continua a non vincere (l’ultimo successo a inizio dicembre a Verona). Ma la salvezza è ancora possibile.

Dovbyk decisivo nella vittoria della Magica

I giallorossi battono la Fiorentina per 1-0 tenendo il passo della corsa Champions, agguantando la Lazio a 63 punti, mentre i viola restano a quota 59. A decidere il match all’Olimpico è stata una rete di Dovbyk al 50′ della ripresa, mentre Svilar dall’altra parte ha sempre detto di no a Kean.

Nel corso del primo tempo la Fiorentina si è presentata all’Olimpico con una squadra molto corta, stretta e che lascia pochi spazi alla Roma, costretta invece a passare per vie esterne per aggirare la squadra viola. Quest’ultima però di tanto in tanto prova a rendersi pericolosa e ci vuole l’ottimo Svilar per neutralizzare le conclusioni di Kean, il più pericoloso dei toscani. Nel finale di primo tempo succede l’impensabile: prima Celik impegna De Gea ad una bella parata, poi il portiere spagnolo si ripete su Shomurodov ma sul conseguente calcio d’angolo nasce la rete di Dovbyk che approfitta di una sponda di Shomurodov per insaccare in rete. Un gol che porta a pesanti polemiche della Fiorentina che contesta la decisione dell’arbitro di far proseguire l’azione da calcio d’angolo poco oltre i tempi di recupero. Nella ripresa è la Fiorentina a fare la partita, che crea le occasioni più importanti della partita. La Roma si limita a difendere il vantaggio con tutte le sue forze. Con la viola a trazione anteriore Svilar sale in cattedra abbassando la saracinesca alla sua porta. Il portiere giallorosso nega la gioia del gol a Mandragora con un intervento di piede in stile calcio a cinque, poi è prodigioso su una conclusione a botta sicura di Kean a poco più di cinque minuti dalla fine del match. E la Roma strappa una vittoria preziosa. Sconfitta forse immeritata per la Fiorentina.

Tre punti d’oro per la Roma che sogna la Champions League. Con 63 punti riaggancia la Lazio al quarto posto e ora attende lo scontro diretto tra Bologna e Juventus. La Fiorentina invece con questa sconfitta rischia di compromettere proprio la corsa al quarto posto, distante quattro punti con sole tre giornate da giocare e una corsa che vede coinvolte quattro squadre per un solo posto.

Nerazzurri vicini alla vetta nella lotta Scudetto

L’Inter, dopo il Napoli contro il Lecce, vince di misura per 1-0 a S.Siro contro il Verona e si riporta a meno 3 punti in classifica dalla capolista: niente cambia in alto nella Serie A a tre giornate dalla fine e lotta scudetto ancora aperta. A sbloccare la partita, prima del decimo minuto, il rigore calciato da Asllani dopo il tocco di mano di Valentini in area verificato al Var. Numerose le occasioni nerazzurre, con Zielinski, Correa, ancora Asllani, Arnautovic, tutte senza esito ma un possesso palla superiore al 70% a favore degli inseguitori del Napoli. Due i minuti di recupero.

Nella ripresa prima occasione per i padroni di casa al 57′ con Correa, poco prima un cross di Zalewski era andato a vuoto. Si fa vedere il Verona, prima al 62′ con Duda, poi al 67 con Suslov entrambi i tiri fuori. Intorno al 70′ arrivano i cambi: per l’Inter dentro Dimarco e Mkhitaryan, fuori Bisseck e Zielinski, nel Verona entrano Mosquera e Bernede per Sarr e Suslov. Altro cambio Inter al 77′, Taremi per Arnautovic, poco dopo il Verona fa uscire Niasse e Duda, ammonito, per Kastanos e Tengstedt. L’ultimo cambio dell’Inter arriva a dieci minuti dallo scadere: Acerbi per Zalewski. Quattro i minuti di recupero.

L’enorme vantaggio nel possesso palla si trasforma in un maggior numero di passaggi riusciti, con una percentuale di 91% contro l’81% del Verona. L’Inter effettuato il triplo dei passaggi nella metà propria metà campo e (quasi) anche nella metà campo avversaria. Dal punto di vista difensivo però il Verona esce da San Siro con un maggior numero di contrasti riusciti e un equilibrio nelle intercettazioni. L’ultimo cambio dell’Inter arriva a dieci minuti dallo scadere: Acerbi per Zalewski. Quattro i minuti di recupero.

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